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VOCI DAL MONDO CONTRO LA "DOMINUS JESUS" NUMERO 2

Tratto da: Adista Notizie n° 55 del 28/07/2007

33990. ROMA-ADISTA. Dilaga in tutto il mondo l’ondata di reazioni al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede su "Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa", pubblicato il 10 luglio scorso, nel quale vengono ribaditi i contenuti della dichiarazione Dominus Iesus del 2000 (v. Adista n. 53/2007). Del documento, organismi, associazioni e singole personalità - tanto del mondo cattolico quanto di quello protestante - contestano il carattere esclusivista, la chiusura all’idea di comunione come accoglienza della diversità; esso, viene detto con forza, pur non affermando nulla in più o di diverso rispetto alla dichiarazione del 2000, rappresenta tuttavia un ostacolo sulla via dell’ecumenismo. Di seguito, riportiamo brevi stralci delle più significative prese di posizione diffuse.Leonardo Boff: "Come abbiamo quattro diversi Vangeli, e non uno unico, che si accolgono reciprocamente, esistono così varie forme di Chiesa che analogamente si accolgono in maniera mutua nella loro diversità. La comunione di tutte le Chiese tra di loro costituisce la Chiesa di Cristo in terra o la Chiesa di Dio. Lamentiamo che questo documento pregiudichi anziché favorire il dialogo ecumenico. Nel momento in cui il Pianeta Terra può trasformarsi in un Titanic ci sembra irrisorio che si discutano questioni interne e in fondo irrilevanti, quando tutti dovremmo stare uniti per rigenerare e salvare la nostra Casa Comune. Il documento dimentica di dire a tutti i fedeli di qualunque denominazione ecclesiastica e a tutti gli uomini e le donne che la cosa decisiva non è l’appartenenza a questa o a quella Chiesa (…). La cosa decisiva è l’amore che portiamo ai condannati e agli offesi della terra (…). Saranno loro a giudicarci e a decidere della nostra salvezza o perdizione. (…) Il preteso relativismo ecclesiologico che si intende combattere non può essere sostituito dall’assolutismo della Chiesa cattolica riaffermato enfaticamente da questo documento. Juan José Tamayo: Il pontificato di Benedetto XVI sta slittando pericolosamente dal conservatorismo all’integri-smo. Le costanti concessioni ai movimenti tradizionalisti ancorati a Trento e contrari al Vaticano II lo mostrano chiaramente. Più che di una strategia di dialogo e di avvicinamento per attrarli nuovamente nella Chiesa cattolica, il papa sta mostrando inequivocabilmente di condividere con loro la concezione preconciliare del cattolicesimo e di volerli legittimare teologicamente senza contropartita. (…) Per accontentare i tradizionalisti, l’ecumenismo e il Vaticano II sono stati oggetto di revisione nel documento della Cdf su "Certi aspetti della dottrina sulla Chiesa". Seguendo la logica escludente della Dominus Iesus (…) [il Vaticano] tenta di dimostrare che il Vaticano II non ha supposto alcun cambio nella dottrina sulla Chiesa e che la Chiesa cattolica è la vera e unica Chiesa di Cristo (…). Tali risposte snaturano lo spirito inclusivo del Concilio, falsano oggettivamente la sua lettera e si situano agli antipodi rispetto allo spirito dialogante di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Con un atteggiamento tanto escludente si rompono tutti i ponti di comunicazione del cattolicesimo con le altre Chiese cristiane (…). La conclusione non potrebbe essere più scoraggiante, in quanto, come afferma Raimon Panikkar, "senza dialogo, l’essere umano si asfissia e le religioni si rattrappiscono" e, aggiungo, i credenti possono rivivere il vecchio spirito delle guerre di religione". Cattolici della città di Lucerna (Svizzera): “Come responsabili nella Chiesa cattolica della città di Lucerna siamo colpiti e adirati per il modo in cui si parla delle nostre Chiese sorelle nel nuovo documento della Congregazione per la Dottrina della Fede. È spiacevole che cristiane e cristiani di altre Chiese vengano discriminati da responsabili della nostra Chiesa. Prendiamo le distanze da questa presa di posizione e ci rivolgiamo con una lettera aperta a voi (cristiani delle Chiese riformate, ndr). […] Il segnale proveniente da Roma ci rafforza nei nostri sforzi di contribuire come Chiesa locale alla costruzione dell’ecumene nella prassi”.Lettera del gruppo del Manifesto di Lucerna ai vescovi svizzeri: "Le ‘risposte della Congregazione per la Dottrina della fede a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa’ del 10 luglio 2007 ci hanno profondamente sorpresi e imbarazzati. Cattolici e cattoliche impegnati per un progresso ecumenico con i cristiani evangelici, non possono condividere queste distinzioni ecclesiali. Vi sollecitiamo con urgenza a prendere le distanze chiaramente dalla dichiarazione con cui il magistero non attribuisce il titolo di "Chiesa" alle comunità sorte dalla Riforma nel XVI secolo . Difendete con una coraggiosa dichiarazione l’autentica ecumene e cercate la credibilità della Chiesa cattolica svizzera".Karl Graf, rettore del decanato cattolico della Regione Berna: "Prendo le distanze da questo atteggiamento di fondo negativo". Egli è grato che nella Regione Berna "già da anni si sia lavorato insieme in un positivo clima ecumenico".Thomas Reese, ex direttore di America: "Benedetto è uno studioso molto brillante ma non ha il minimo senso politico. In più, è circondato da persone che pensano che sia l’uomo più brillante al mondo. Sono riluttanti a dire: ‘Ehi, papa, questo non lo puoi dire’. Di conseguenza, continuerà a dire cose che irritano la gente, non perché la gente lo capisca, ma perché lui usa parole che la gente non comprende". (…) Il documento dice che le comunità protestanti non sono Chiese perché non hanno un vero episcopato (con successione apostolica), sacerdozio ed Eucaristia. È il suo modo di definire la Chiesa. Molti contestano questa definizione e ciò che si intende per ‘successione apostolica’. In un’epoca ecumenica, ci si aspetterebbe che questi temi fossero messi sul tavolo e discussi. Ma un professore tedesco non dialoga con i suoi studenti".Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane del Brasile (Conic): "Questi chiarimenti [quelli del documento della Cdf sulla dottrina della Chiesa] sono considerati salutari per il cammino ecumenico, poiché riaffermano l’identità della Chiesa cattolica e, conseguentemente, chiamano le altre Chiese cristiane a riflettere sulla loro ecclesiologia e identità. Ciò permetterà di portare avanti un dialogo franco e aperto. (…) Invitiamo tutte le Chiese cristiane a continuare a riflettere e a pregare intensamente per la perfetta ricomposizione della piena unità di tutti i cristiani, ciascuna nella sua propria identità, ma sempre aperte al dialogo e alla condivisione della fede".

Chiesa evangelica di confessione luterana in Brasile (Ieclb): La Ieclb "tiene in alta considerazione la traiettoria comune e fraterna con altre Chiese nel nostro Paese e nel mondo, anche con la Chiesa cattolica romana. Di conseguenza, la Ieclb non nega la classificazione di Chiesa a nessuna delle Chiese centrate sulla fede in Cristo, e neppure passerà a farlo in relazione a quelle Chiese che, nella propria autodefinizione, non la riconoscono come Chiesa in senso pieno. In secondo luogo, nell’impegno ecumenico, il disanimo deve essere accompagnato, per quanto con difficoltà, dal pieno rispetto per la definizione ecclesiologica di ogni Chiesa (…). Non può sorprendere, però, che posizioni interne di ogni Chiesa abbiano anche ripercussione nelle altre Chiese, e che queste, a loro volta, possano e debbano esprimere le proprie preoccupazioni sul futuro dell’ecumenismo".

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