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“FEDE E GIUSTIZIA”: NON SEPARARE QUELLO CHE DIO HA UNITO. IL RICORDO DI P. ARRUPE NELLA LETTERA DI SOBRINO A ELLACURÍA

Tratto da: Adista Documenti n° 84 del 01/12/2007

DOC-1927. SAN SALVADOR-ADISTA. È dedicata quest’anno a p. Pedro Arrupe, in occasione del centenario della sua nascita (lo scorso 14 novembre), la tradizionale lettera - la prima dopo la Notificazione della Congregazione per la Dottrina della Fede - del teologo Jon Sobrino a Ignácio Ellacuría, il rettore della Uca, l'Università centroamericana di San Salvador, assassinato il 16 novembre del 1989 insieme ai suoi compagni gesuiti (Ignacio Martín Baró, Joaquín López, Amando López, Juan Ramón Moreno e Segundo Montes), alla cuoca della comunità, Julia Elba, e a sua figlia Celina (le prime 15 lettere scritte da Sobrino a Ellacuría nei 16 anni successivi al massacro sono state recentemente pubblicate dalla Emi con il titolo Scrivo a te fratello martire; v. Adista n. 75/06). Al “fratello martire”, a cui non dimentica di rivolgersi ad ogni anniversario della strage, Sobrino affida il suo omaggio al grande preposito generale della Compagnia di Gesù, e lo fa, al tempo stesso, ricordando i tanti gesuiti assassinati a causa della “lotta per la fede e per la giustizia”, quelli che padre Arrupe prendeva a modello, scrivendo, sette giorni dopo il martirio di Rutilio Grande (ucciso nel Salvador il 12 marzo del 1977): “Questi sono i gesuiti di cui ha bisogno oggi il mondo e la Chiesa”. Quelli cioè che, sotto la sua guida e il suo incoraggiamento, hanno assolto il compito di riunire “quello che la Chiesa e la Compagnia hanno separato lungo la storia: la fede e la giustizia”. Ed è stato questo, secondo Sobrino, il grande apporto di Arrupe: “spingere la Compagnia ad andare avanti”, rendendo contagiosi “convinzione, impegno e speranza, accettando conflitti e non evitando rischi”, in una lotta straordinariamente animata dalla fedeltà al mistero di Dio, quel Dio “sempre più grande e sempre nuovo” che padre Arrupe “lasciò essere Dio”. Di seguito la lettera di Jon Sobrino, in una nostra traduzione dallo spagnolo. (c. f.)

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