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FUORIROTTA 2004

Tratto da: Adista Documenti n° 84 del 01/12/2007

La guerra in Iraq continua a seminare morte ed instabilità internazionale. Come in Spagna, dove l’11 marzo una serie di attentati contro i treni, effettuata da una cellula marocchina affiliata ad Al Qaida, sconvolge la capitale Madrid: il bilancio in termini di vittime è di 191 morti e oltre un migliaio di feriti. Il 14 marzo sono fissate le elezioni politiche e il governo Aznar tenta di dare la colpa degli attentati all’Eta per sfruttare a suo vantaggio il clima di tensione. Ma il trucco non funziona. La matrice fondamentalista viene alla luce e il 14 marzo Aznar viene sconfitto. Nuovo capo del governo diventa  il socialista Luis Zapatero. Il 20 marzo si celebra la seconda giornata mondiale contro la guerra: milioni di persone scendono in piazza in tutto il mondo, centinaia di migliaia solo a Roma. Ma la situazione precipita. Il 13 aprile in Iraq vengono rapiti quattro italiani. Uno di loro, Fabrizio Quattrocchi, viene ucciso (15 aprile); gli altri tre (8 giugno) liberati dopo un blitz delle forze speciali Usa. Ad esacerbare ulteriormente gli animi, la diffusione (28 aprile) delle prime immagini delle incredibili violenze inflitte ai detenuti iracheni dagli angloamericani nella prigione di Abu Ghraib. Il 28 giugno avviene il trasferimento formale della sovranità nazionale dalla coalizione guidata dagli Usa al governo di transizione iracheno. È nominato premier ad interim Iyad Allawi. Ma l’Iraq rimane un Paese occupato. E la situazione resta drammatica. Il 14 agosto, vengono rapiti due giornalisti francesi e un giornalista free-lance italiano, Enzo Baldoni, ucciso il 26 agosto. Il 7 settembre nuovo rapimento di cittadini italiani: si tratta di due volontarie italiane dell’associazione “Un ponte per…”, Simona Pari e Simona Torretta. Verranno liberate, grazie anche ad una forte mobilitazione, il 25 settembre. Il 15 ottobre gli Usa iniziano una massiccia operazione militare contro la roccaforte della resistenza irachena a Falluja e in altri centri minori. La città verrà espugnata al prezzo di una strage e con l’uso di armi chimiche. Ma è tutto il Medio Oriente ad essere divenuto una polveriera. Nei territori occupati, il Muro di Sharon rafforza il fondamentalismo di Hamas, il cui fondatore e capo spirituale, lo sceicco Ahmed Yassin, viene però ucciso dagli israeliani in un attentato (22 marzo). L’11 novembre nuovo lutto per i palestinesi: muore il leader dell’Olp e presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Yasser Arafat.Nel resto del mondo le cose non vanno molto meglio. E se dal 16 al 21 gennaio, a Bombay, i lavori del IV Forum Sociale Mondiale tentano di dare risposte alle contraddizioni neoliberiste, lo scenario mondiale rimane fosco: il 29 febbraio il presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide fugge dal Paese in rivolta. Era tornato ad Haiti nel '94, accompagnato da 20mila soldati Usa. E si era fatto obbediente alle richieste dell’Fmi, conquistatando la presidenza con elezioni viziate da frodi. Il 13 maggio, in India, Sonia Gandhi, leader dell'Indian National Congress, vince a sorpresa le elezioni generali, ma le proteste dei nazionalisti (Sonia è nata in Italia) ed il sostegno esterno dei comunisti necessario alla sua coalizione per governare la inducono a rifiutare la nomina a premier. In agosto, sale alla ribalta internazionale il dramma del Darfur (regione nell’ovest del Sudan) dove la persecuzione etnica condotta dalle milizie pro-governative ha portato all’uccisione di più di 50mila persone e ad un milione di profughi. Il 15 agosto il referendum che vuole revocare il mandato del presidente Hugo Chávez viene bocciato dal popolo venezuelano. Il 3 settembre un commando di terroristi ceceni prende in ostaggio un'intera scuola a Beslan, territorio caucasico della Federazione Russa. Delle oltre mille persone sequestrate ne moriranno 330, di cui 186 bambini. Il 2 novembre George W. Bush batte John Kerry alle elezioni presidenziali ottenendo il suo secondo mandato presidenziale. Ma al peggio non c’è mai fine e l’anno si chiude (26 dicembre) con il terribile maremoto che sconvolge il Sud-Est Asiatico, dalle coste della Thailandia e dell'Indonesia fino allo Sri Lanka e parte dell'Africa, causando oltre 400mila vittime tra morti e dispersi. In Italia cresce il malumore nei confronti del governo Berlusconi. E se alle elezioni europee del 12 e 13 giugno il centrosinistra ottiene 37 seggi e il centrodestra 36 (per la prima volta Ds e Margherita, insieme a Sdi e Repubblicani, si presentano sotto un unico simbolo, “Uniti nell'Ulivo”, raccogliendo il 31,1% dei voti), alle elezioni amministrative il centrosinistra prevale in maniera più netta (con Rifondazione che fa il restyling e sposa la causa della nonviolenza). Ma la Casa delle Libertà non si scompone: imperterrita, si impegna a riscrivere - da sola - la Costituzione (nascono a fine anno i Comitati per la difesa della Carta del ‘48, promossi anche da molti cattolici), mentre il governo vara controversi provvedimenti (ma il 13 gennaio la Corte Costituzionale dichiara illegittimo il lodo Schifani) come la Riforma Moratti, che ridisegna la scuola italiana ad uso e consumo delle imprese, o la legge Gasparri, che ridisegna il sistema radiotelevisivo ad uso e consumo di Berlusconi. In porto anche la legge 40 che limita la fecondazione assistita. Intanto la Cassazione (10 giugno) consegna alla storia, senza colpevoli, la strage di piazza Fontana, assolvendo i neofascisti di Ordine Nuovo, Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni.Mentre le condizioni di salute del papa peggiorano e la Chiesa è nel mezzo di una bufera mediatica e giudiziaria per i casi di pedofilia negli Usa, in Italia i media ignorano il caso di Marco Marchetto, ragazzo abusato nel seminario di Agrigento da don Bruno Puleo (che patteggia 2 anni e mezzo di carcere). Il vescovo di Agrigento, mons. Ferraro, sapeva ma ha taciuto. Polemiche dentro l’Azione Cattolica, per la “pace”, siglata con Cl dai vertici dell’Ac, il 24 agosto, dietro l’abile regia della Cei. Ma soprattutto, per la kermesse-pellegrinaggio dell’Ac a Loreto (settembre), cui viene invitato Gianfranco Fini. (v. g.)

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