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RIGNANO IN RIVOLTA CONTRO LA RIMOZIONE DEL PARROCO

Tratto da: Adista Documenti n° 84 del 01/12/2007

32408. RIGNANO GARGANICO‑ADISTA. Un caso, quello di don Fabrizio Longhi, parroco di "Maria Santissima Assunta" a Rignano Garganico (diocesi di San Severo) che rischia di assomigliare molto a quello di don Vitaliano Della Sala. Il suo vescovo, mons. Michele Seccia, nel corso di una rapida (e inattesa) visita alla comunità di Rignano, durante la messa mattutina del 20 giugno scorso ha comunicato, laconicamente, alla comunità parrocchiale che il suo parroco, a partire dall'1 settembre 2004, dovrà lasciare il suo incarico mentre potrà continuare a celebrare messa in paese solo fino al 16 agosto prossimo, festa patronale in onore di San Rocco, protettore della cittadina. Don Fabrizio, ha spiegato il vescovo, era in scadenza di mandato ed ha poi aggiunto che il sacerdote verrà destinato ad un altro incarico, ma non ha specificato quale.

Don Fabrizio Longhi, 43 anni a luglio, originario del bergamasco, oltre che parroco a Rignano da ormai 12 anni, è anche responsabile regionale per la Puglia del Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza (Cnca) e, in questa veste, si occupa da diversi anni di prostituzione, tossicodipendenze, alcolismo, omosessualità, disagio psico‑fisico e di criminalità in Puglia e in Italia. Prete libero e anticonformista, era salito alla ribalta delle cronache nazionali lo scorso Natale, quando, la notte del 24 dicembre, aveva affidato l'incarico di fare l'omelia a Pasquale Quaranta, giornalista e militante del movimento gay (v. Adista 4/04). "L'omosessualità non è una malattia, non è perversione, né trasgressione, né moda e ‑ la cosa che mi preme sottolineare ora ‑ non è peccato!", aveva detto Pasquale dall'altare: "Troppe persone fanno ancora dipendere la loro pace dal parere della gerarchia, come se essa fosse 'la Chiesa' o addirittura l'eco o l'interprete della voce di Dio. La Chiesa è una realtà più viva e variegata in cui lo spirito di Dio suscita voci ed esperienze diverse".

Parole che provocarono malumori in Curia e che forse sono alla base della decisione di mons. Seccia, che, comunque, aveva già avuto attriti con questo prete troppo "sopra le righe". I parrocchiani, da parte loro, hanno accolto increduli le dichiarazioni del vescovo e, la sera stessa del 20, si sono riuniti per scrivere una lettera in cui chiedono a mons. Seccia di rivedere la sua decisione. Hanno inoltre deciso di costituire un comitato per organizzare e coordinare le iniziative a favore di don Fabrizio. Perché, anche se mons. Seccia non cambierà idea, la comunità di Rignano è determinata a far valere le proprie ragioni: "siamo pronti alle barricate", fanno sapere. (...)

(da Adista n. 49/04

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