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INCARNARE L’ASSOLUTO ETICO NEL RELATIVO POLITICO Intervista a Lino Prenna

Tratto da: Adista Documenti n° 22 del 15/03/2008

Qual è la tua valutazione dei movimenti di queste settimane che hanno scomposto i vecchi partiti in nuove aggregazioni apparentemente più ampie?

Penso anch'io, come è già stato rilevato, che la decisione del Pd di presentarsi da solo alle elezioni, pur avendo accelerato la fine del governo Prodi, abbia innescato un processo di scomposizione dell'Unione e della Casa delle libertà e provocato nuove aggregazioni. Così, Berlusconi ha rilanciato il suo partito nato nello "spazio di un mattino" e denominato Popolo della Libertà, pressando i suoi alleati ad entrarvi. È riuscito a tirar dentro Alleanza nazionale e la Lega. L'Udc, non volendo rinunciare al simbolo dello Scudo crociato, si è messa in proprio ma ha dovuto subire due spaccature: una "a destra", con l'uscita di Giovanardi, che ha dato vita ai Popolari liberali; l'altra "a sinistra", con l'uscita di Baccini e Tabacci, promotori, con Pezzotta, di una formazione neocentrista, che ha rapidamente bruciato l'istanza originaria di una "diversità politica", confluendo nell'Udc sotto l'egemonia di Casini. Il Pd, a sua volta, pur avendo detto di voler andare da solo, ha stabilito due "discutibili" alleanze: con l'Italia dei valori e con i radicali, lasciando fuori i socialisti che avrebbero avuto più titolo ad entrarvi. Intanto, mentre Berlusconi è riuscito ad integrare nel suo partito la destra, il Pd lascia fuori, a sinistra, la Sinistra-L’Arcobaleno, una formazione consistente, portatrice di sensibilità sociali che non possono essere disattese dalla politica. Peraltro Veltroni ha detto che il Pd non è un partito di sinistra e che, secondo lui, dovrebbe essere un partito borghese e moderato.

Sembra che i temi cattolici siano al centro del dibattito politico, tanto che è nata anche una "lista di scopo", quella di Ferrara, proprio sulla questione dell’aborto. Quali sono i valori che i cattolici dovrebbero difendere?

Sui "valori non negoziabili", Agire politicamente ha presentato un documento nel maggio scorso, in cui sostiene che la politica è per definizione negotium, trattativa, e che i principi, pur assoluti in sé, vanno applicati, tradotti, non con un’operazione meccanica ma esercitando la virtù della mediazione, che consiste nella capacità di incarnare l'assoluto etico nel relativo politico, perseguendo il bene comune come bene possibile, nella concretezza delle circostanze storiche. I principi interpellano tutte le formazioni partitiche e non hanno bisogno di essere "difesi" da una lista. Inoltre, non si può ridurre l'agenda politica ai cosiddetti temi "eticamente sensibili", ignorando che tutto l'agire umano individuale e sociale è suscettibile di misurazione etica. In particolare, meritano urgente attenzione l'etica pubblica, la trasparenza degli atti amministrativi, la correttezza dei rapporti con i cittadini, la giustizia fiscale, l'abbattimento dei privilegi e dei costi della politica e, comunque, tutte le questioni la cui soluzione può promuovere un’effettiva uguaglianza delle opportunità e un’equa distribuzione dei beni.

Il Partito Democratico ti sembra la forza politica che più di altre possa tradurre in politica, con le opportune mediazioni, le istanze del cattolicesimo democratico?

I cattolici sono chiamati a fare politica in quanto cittadini e da credenti, secondo la distinzione cara al cattolicesimo democratico, che raccoglie nello statuto di laicità le regole dell'agire politico. In un sistema di bipolarismo esigente, risulta ambigua qualsiasi collocazione centrista, soprattutto se mossa da intenzioni di ricomposizione unitaria delle varie anime del cattolicesimo politico. Sin dagli inizi, abbiamo percepito il Pd come continuazione e compimento del progetto dell'Ulivo. Perciò, abbiamo ritenuto che offrisse il maggior potenziale di sviluppo della tradizione storica e ideale del cattolicesimo democratico, avendo dichiarato di voler raccogliere in sintesi unitaria le tre grandi culture della nostra Costituzione.

E le cose stanno andando veramente così?

Purtroppo, i primi mesi di vita del partito hanno accresciuto riserve e preoccupazioni di vario genere. Intanto, assistiamo ad una gestione autarchica e centralizzata che ha già trascurato le risorse delle primarie e non ha ancora adottato un metodo di democrazia interna e di allargata condivisione delle scelte. Di fatto, il Pd è la sommatoria dei Ds più la Margherita. Sono rimaste fuori le espressioni della società civile e l'associazionismo politico, che ha aderito o contribuito alla nascita del partito. In coerenza con questa impostazione, è avvenuta la scelta delle candidature: una spartizione interna per quote di appartenenza, senza alcuna considerazione della rappresentanza territoriale, salvo l'annuncio quotidiano da parte di Veltroni di candidati scelti con criteri del tutto suoi e, peraltro, di discutibile effetto mediatico. Il cattolicesimo democratico è stato del tutto trascurato e penalizzata la componente cristiano-sociale. A fronte dei radicali, imbarcati da Veltroni, si è preferito infoltire la pattuglia dei teodem, mentre il Pd ha bisogno di una cultura della mediazione, che è una delle doti peculiari del cattolicesimo democratico. (l. k.)

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