Nessun articolo nel carrello

“MISTERO BOFFO”: PROSEGUE LO SCONTRO TRA I VERTICI ECCLESIASTICI. E IN VATICANO I PONTIERI PREPARANO LA PACE COL GOVERNO

Tratto da: Adista Notizie n° 90 del 19/09/2009

35177. ROMA-ADISTA. È certamente ancora presto per tracciare un bilancio delle conseguenze che il “caso Boffo” avrà sui rapporti tra l’attuale maggioranza di governo ed il cosiddetto “mondo cattolico”.

Gli elementi che stanno pian piano emergendo nel corso dell’intricata vicenda permettono comunque di ricostruire un quadro più complesso rispetto alla lettura – offerta con particolare forza dagli organi di stampa di centrosinistra – fondata sulla “rappresaglia berlusconiana” contro il ‘dissenziente’ Dino Boffo, il quale in verità tanto dissenziente non è mai stato (v. Adista n. 88/09).

Del resto, Boffo stesso avrebbe dichiarato quanto segue al settimanale Chi, in una intervista pubblicata sul numero del 16/9: “Berlusconi sostiene di non avermi mai conosciuto? Non è vero. Ricordo molto bene il nostro incontro. La cosa più assurda è che per 15 anni ho sempre sostenuto Berlusconi, il suo governo e molte sue linee politiche. Ho una formazione moderata, eppure in queste settimane sono diventato un’icona della sinistra. E pensare che sono entrato in rotta di collisione anche con Rosy Bindi perché non rappresentavo l'ala sinistra dei cattolici”. Nel merito dei fatti che gli sono stati contestati l’ex direttore di Avvenire avrebbe poi affermato: “Se anche fosse vero tutto quello che è stato scritto su di me, io mi chiedo: era eticamente lecito pubblicarlo?”.

Circolate le prime anticipazioni, Boffo ha però smentito di aver mai rilasciato interviste a Chi, definendo “dichiarazioni semplicemente grottesche quelle che mi si attribuiscono”. Ma il direttore del settimanale, Alfonso Signorini, ha replicato seccamente: “Confermo quanto della nostra conversazione telefonica ho riportato su Chi, dalla prima all'ultima parola”.

Quanto poi alla possibilità che la bufera scoppiata dopo l’attacco del Giornale berlusconiano verso l’ormai ex direttore di Avvenire possa incrinare il forte legame politico fra il presidente del Consiglio e settori indiscutibilmente maggioritari del mondo cattolico che fin qui lo hanno sostenuto, restano fondati dubbi in proposito. Sono infatti all’opera gli uomini di mediazione preposti fin dal primo giorno della deflagrazione del caso a ricucire i rapporti fra le due sponde del Tevere. Intervenendo sulla visita di Benedetto XVI a Viterbo dello scorso 6 settembre, il direttore dell’Osservatore Romano Gian Maria Vian ha detto che il papa è stato accolto “dalle autorità civili in un quadro di evidente serenità istituzionale”. Parole non a caso quasi identiche a quelle usate dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta per riferire del suo incontro viterbese con il pontefice, svoltosi in “un clima sereno” testimone di “rapporti saldi” tra governo e Santa Sede. Ad ulteriore testimonianza che il mancato incontro in occasione della festa della Perdonanza è stato solo un episodio spiacevole all’interno di un rapporto più che saldo tra governo e Vaticano, Berlusconi e Bertone saranno insieme a Palazzo Venezia, il 7 ottobre, a inaugurare la mostra intitolata “Il potere e la grazia. I santi patroni d’Europa”, promossa dal governo e dalla commissione per i Beni culturali della Chiesa.

Anche i sondaggi non sembrano indicare vistosi smottamenti elettorali all’interno del campo cattolico a seguito delle vicende che negli ultimi mesi hanno coinvolto il presidente del Consiglio, a cominciare dal “sex gate” delle escort a Palazzo Grazioli. È vero, ha scritto Renato Mannheimer sul Corriere della Sera (6/9), che la popolarità di Berlusconi tra l’elettorato cattolico “pur rimanendo elevata – anzi, continuando ad essere qui maggiore che tra le restanti categorie di cittadini più ‘laici’ – si è (sia pur lievemente) contratta: dal 55% di aprile al 50% attuale”; ma, ha aggiunto poco dopo Mannheimer, “non è detto che ciò abbia avuto conseguenze sulle intenzioni di voto. I dati delle esperienze precedenti suggeri­scono infatti che, anche di fronte ad epi­sodi eclatanti, i mutamenti nella fiducia verso il capo del governo producono sul­le intenzioni di voto effetti assai meno rilevanti. Nel nostro caso, ciò può dipen­dere anche dal fatto che, diversamente da un tempo, la gran parte dell’elettora­to cattolico non sceglie più il partito pre­valentemente sulla base della propria esperienza religiosa, ma adotta valuta­zioni politiche più generali. Sino ad oggi, quindi, il disagio co­munque presente nell’elettorato cattoli­co del centrodestra, non pare essersi ma­nifestato con mutamenti di voto, né tan­tomeno di schieramento, data anche la persistente mancanza di attrattiva del­l’opposizione”. “Al massimo”, ha concluso il sondaggista, “in certe cir­costanze, viene scelta l’astensione, co­m’è accaduto in occasione delle ultime elezioni europee. E come sembra stia ve­rificandosi in questo momento”.

In ogni caso l’“affaire Boffo” si delinea sempre più come il risultato di un complesso intreccio allo stesso tempo politico ed ‘ecclesiale’, nel quale un ruolo di primo piano ha avuto la volontà – perseguita, non da ieri, dalla Santa Sede – di ricondurre all’‘ordine’ le Conferenze episcopali dotate di un’accentuata autonomia rispetto al Vaticano soprattutto nella gestione dei rapporti con i governi e i poteri secolari del Paese. I documenti resi pubblici da Vittorio Feltri erano del resto cominciati a circolare da tempo nell’ambiente dell’Università cattolica; nella primavera del 2009 erano stati fatti recapitare anche ad alcuni vescovi: il card. Dionigi Tettamanzi - come anche il vescovo di Firenze mons. Giuseppe Betori - ha recentemente dichiarato di aver “ricevuto e cestinato subito nei mesi scorsi lettere anonime e diffamatorie contro Boffo arrivate nella curia milanese”; un’ulteriore “distribuzione” del dossier riguardante l’ex direttore di Avvenire era stata effettuata a maggio 2009, in occasione dell’Assemblea Generale della Cei, quando i documenti furono fatti recapitare a ciascun vescovo nel casellario presente nell’aula dell’assemblea. In quell’occasione a suscitare lo sconcerto dei vescovi non furono tanto le rivelazioni su Boffo (del quale da anni circolavano voci negli ambienti ecclesiastici), quanto la copertura di cui l’ex direttore di Avvenire avrebbe goduto – secondo l’informativa – da parte di esponenti di primo piano della gerarchia quali il card. Camillo Ruini, Tettamanzi e Betori. Anche il direttore editoriale di Adista, Giovanni Avena, aveva ricevuto prima dell’estate copia del dossier, da tre fonti diverse: un militante dell’associazionismo cattolico (probabilmente consigliato dal proprio vescovo) e due vescovi (l’uno all’insaputa dell’altro). Data però la segretezza della sentenza del tribunale di Terni e l’incerta provenienza dell’informativa che l’accompagnava, Adista decise di attendere ulteriori riscontri. In ogni caso, non c’è dubbio che ancora prima di arrivare sul tavolo del direttore del Giornale, il dossier su Boffo, se non era stato confezionato in ambiente ecclesiastico, era comunque circolato lungamente in quell’ambito. (emilio carnevali)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.