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P. ZANOTELLI: PER TESTIMONIARE IL VANGELO IN AFRICA LA CHIESA DEVE “ANNERIRSI”

Tratto da: Adista Notizie n° 90 del 19/09/2009

35181. ROMA-ADISTA. L’Instrumentum laboris per il Sinodo africano “presenta punte forti e altre sicuramente più deboli, ma complessivamente è uno strumento buono”, dice il missionario comboniano Alex Zanotelli durante l’incontro promosso dalla Conferenza degli istituti missionari (v. notizia precedente).

Uno dietro l’altro, p. Alex cita gli articoli 11 e 12 del documento preparatorio del Sinodo. “Le Chiese particolari – si legge al punto 11 – ritengono che nel cuore ferito dell’uomo si annidi la causa di tutto ciò che destabilizza il Continente africano. L’egoismo alimenta l’attrattiva del guadagno, la corruzione e l’avarizia, mentre spinge alla sottrazione indebita di beni e ricchezze destinati a intere popolazioni. Inoltre, la sete di potere provoca il disprezzo di tutte le regole elementari di buon governo, utilizza l’ignoranza dei popoli, manipola le differenze politiche, etniche, tribali e religiose, e istalla la cultura del guerriero come eroe e quella del debito per sacrifici passati o torti commessi”. Di seguito, il punto 12 conclude e afferma: “In connivenza con uomini e donne del continente africano, forze internazionali sfruttano questa miseria del cuore umano che non è specifica delle società africane. Esse fomentano le guerre per la vendita delle armi. Sostengono poteri politici irrispettosi dei diritti umani e dei principi democratici per assicurarsi, come contropartita, dei vantaggi economici (sfruttamento delle risorse naturali, acquisizione di mercati importanti, ecc.). Minacciano, infine, di destabilizzare le nazioni e di eliminare tutti coloro che vogliono affrancarsi dalla loro tutela”.

Il documento, dunque, ribadisce con forza le “colpe esterne” dell’Africa: oggi, evidenzia il missionario, “l’Africa è il Continente più ricco al mondo”. E proprio questa sua vasta ricchezza del sottosuolo (petrolio, coltan, diamanti, ecc.) rappresenta la sua più grande “maledizione”. “Ciò che mi fa più male”, conclude poi Zanotelli, è che “la terra madre dell’homo sapiens sia oggi il Continente più violentato al mondo”. Molti sono “gli strumenti di fame” imposti all’Africa, che anche l’Instrumentum in parte tocca: la vendita delle terre alle grandi multinazionali, l’Agoa (African Growt and Opportunity Act) che regola gli scambi tra Usa e Africa, gli Epa (Accordi di Partenariato Economico) fra Unione Europea e Africa, che proteggono la nostra agricoltura rendendo quella africana non competitiva, la vendita delle armi, l’Africom che trova ospitalità anche nelle basi italiane di Napoli e Vicenza (v. Adista nn. 91/08 e 10/09), i biocarburanti per i quali milioni di ettari di terra vengono destinati non per sfamare gli africani ma per dare energia ai Paesi del Nord, il grande problema delle migrazioni. Innovativo, afferma poi, “che, per la prima volta in un documento vaticano” troviamo “una condanna chiara e tonda degli Ogm”. “Spero – ha concluso – che la stampa italiana ponga queste domande ai vescovi e ai teologi africani”.

Ma il Sinodo dei vescovi africani, secondo p. Alex, dovrebbe impegnarsi ad affrontare le peculiarità africane anche a livello ecclesiale: “In Africa, dopo il I Sinodo, è nata una ricerca in campo teologico e liturgico che prosegue tuttora, ma che si conosce molto poco. Questa ricerca parla dell’inculturazione di una Chiesa che deve diventare africana, deve progressivamente ‘sbiancarsi’ e ‘annerirsi’”. La stampa italiana, ha esortato quindi il missionario, si impegni a parlare, in occasione di questo Sinodo, della Chiesa di base e dei teologi africani della liberazione.

Parole di apprezzamento per l’Instrumentum laboris anche dal direttore generale della Focsiv e presidente dell’Associazione delle Ong italiane, Sergio Marelli, che ha puntato il dito contro le economie del Nord, avare negli aiuti pubblici allo sviluppo; contro gli istituti internazionali finanziari, i cui “programmi di ristrutturazione delle economie africane”, come si legge al punto 26 dell’Instrumentum laboris, “si sono rivelati funesti”; e contro le multinazionali: queste, denuncia infatti il documento, “continuano ad invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia d’ettari espropriando le popolazioni delle loro terre, con la complicità dei dirigenti africani. Inoltre, recano danno all’ambiente e deturpano il creato”, e tutto questo avviene “con la collusione dei poteri forti dell’Occidente”.

Secondo Marelli, L’Instrumentum “è un documento in controtendenza e di denuncia, che finalmente sfata l’analisi illusoria e strumentale dei grandi operatori internazionali. È un documento di una Chiesa che si riappropria di un ruolo profetico”. L’augurio del portavoce delle Ong cattoliche per il II Sinodo dei vescovi africani, ancora una volta, viene dal documento, al punto 62: “L’Assemblea sinodale dovrebbe far sentire il grido dei poveri, delle minoranze, delle donne offese nella loro dignità, degli emarginati, dei lavoratori mal pagati, dei rifugiati e dei migranti, dei prigionieri che attendono una cappellania strutturata e non soltanto un cappellano”. “Se il sinodo – conclude Marelli – sarà capace a sua volta di ascoltare la voce dei propri popoli non potrà che essere un’occasione storica per il futuro del continente africano” (giampaolo petrucci)

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