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TUTTI IN PIAZZA IL 17 OTTOBRE CONTRO IL “CLIMA FETIDO” DI RAZZISMO E INTOLLERANZA CHE IMPRIGIONA IL PAESE

Tratto da: Adista Notizie n° 96 del 03/10/2009

35210. ROMA-ADISTA. Un corteo grande e plurale per dire che tanta parte del Paese non sopporta più il “clima fetido” che si respira in Italia. Sono queste le aspettative che il Comitato 17 ottobre - nato nel luglio scorso dalla convergenza di diverse associazioni laiche e religiose - ripone nella manifestazione nazionale antirazzista organizzata proprio per il 17 del prossimo mese a Roma e presentata in conferenza stampa il 23 settembre scorso.

“Il 7 ottobre del 1989 - ricordano gli organizzatori - centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo”. A scatenare questa reazione l’assassinio, il 24 agosto dello stesso anno, a Villa Literno, in provincia di Caserta, di Jerry Essan Masslo, rifugiato sudafricano divenuto simbolo della schiavitù di cui erano, e continuano ad essere, vittima i lavoratori stranieri nel nostro Paese. “A 20 anni di distanza - denuncia il Comitato - il razzismo non è stato sconfitto, continua a provocare vittime e viene alimentato dalle politiche del governo Berlusconi”. “Questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità”.

Da qui la necessità di una manifestazione che dia un segno: “Una grande risposta di lotta e solidarietà per difendere tutti e tutte rifiutando ogni forma di discriminazione”.

“A giudicare dalle adesioni che stiamo ricevendo – ha commentato nel corso della conferenza Andreina Albano, responsabile della comunicazione del Comitato – sono sicura che ci sarà grande partecipazione”. Hanno già aderito, infatti, centinaia tra associazioni, partiti e singole personalità: dall’Arci ai Beati i Costruttori di Pace, dal Servizio Rifugiati e Migranti della Fcei a Pax Christi, passando per Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, la Cgil, il Gruppo Abele, i missionari comboniani.

A unire queste diverse realtà una piattaforma programmatica di ampio respiro che oltre a denunciare il razzismo dilagante mette a fuoco le conseguenze sociali dell’attuale crisi economica. “La crisi non sta risparmiando nessuno - ha sottolineato Aboubakar Soumahoro, portavoce del Comitato 17 ottobre -, italiani e migranti: ma le conseguenze su questi ultimi sono devastanti: infatti in base alla legge Bossi-Fini, che subordina il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, lo straniero che perde il lavoro perde tutto, anche il diritto di restare in Italia”. Per questo i promotori chiedono, oltre all’abrogazione del ‘Pacchetto Sicurezza’, la chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione, la fine della politica dei respingimenti e anche l’abolizione della legge sull’immigrazione: rottura netta quindi del legame tra permesso di soggiorno e contratto lavorativo.

Dura la critica al governo reo di aver istituzionalizzato una politica di discriminazione. “Quando sono le alte cariche della Repubblica a mettere in atto comportamenti che altrove sarebbero stati definiti da apartheid, quando questi comportamenti sono sanciti in legge - ha proseguito Aboubakar -, ci troviamo di fronte ad un razzismo di Stato e in Italia è proprio avvenuto questo: il razzismo è diventato fonte di diritto”. Il portavoce del Comitato non manca però di ricordare come anche l’attuale opposizione abbia le sue colpe: “Non dimentichiamoci - ha infatti sottolineato - che i primi accordi bilaterali con la Libia furono firmati dal governo Amato”. (ingrid colanicchia)

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