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Uniti dal servizio all'umanità impoverita e sofferente. La visita del papa alla Chiesa luterana

Uniti dal servizio all'umanità impoverita e sofferente. La visita del papa alla Chiesa luterana

Tratto da: Adista Notizie n° 41 del 28/11/2015

38348 ROMA-ADISTA. «Abbiamo trascorso un’ora in cui abbiamo capito tutti nella nostra Chiesa che siamo veramente già oggi uniti come cristiani. Sapevamo che eravamo vicini, che abbiamo tante cose in comune. Ma con papa Francesco è una amicizia di cuore. Abbiamo sentito di essere uniti come cristiani». È così che il pastore della chiesa luterana di Roma, Jens-Martin Kruse, ha sintetizzato l'esperienza di comunione vissuta in presenza del papa il 15 novembre scorso. Significativo e molto apprezzato simbolo di comunione è stato d'altronde il calice portato in dono alla chiesa luterana di via Sicilia, a Roma, da papa Francesco (ne informa con un tweet corredato da foto il gesuita p. Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica). 

Un cammino di comunione che ha già dato molti frutti – ad esempio, il documento di dialogo luterano-cattolico “Dal conflitto alla comunione”, redatto in forma congiunta – e che dimostra, ha dichiarato Christiane Groeben, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica luterana d'Italia, anche con la visita del papa,  «come gli elementi in comune tra la Chiesa luterana e la Chiesa cattolica romana siano decisamente più importanti delle differenze pur esistenti». 

Sul progresso nei rapporti fra le due Chiese il papa ha insistito: «Oggi, il movimento ecumenico è diventato un elemento fondamentale della vita delle nostre comunità», ha detto rivolgendosi agli ospiti. «Per molte persone, di diverse generazioni, i progressi nel campo ecumenico sono diventati un obiettivo per il quale vale la pena di impegnarsi in maniera stabile. Molti uomini e donne sono disposti a cooperare per superare insieme le divisioni ancora presenti tra noi cristiani. A livello locale, regionale e mondiale, si sperimenta un ecumenismo molto vivo». Ma tutto ciò, ha detto durante l'omelia, non può offuscare la consapevolezza di un passato tragico e la necessità di confessarlo: «Ci sono stati tempi brutti fra noi… Pensate alle persecuzioni… fra noi! Con lo stesso battesimo! Pensate a tanti bruciati vivi. Dobbiamo chiederci perdono di questo, dello scandalo della divisione».

L’ecumenismo fra cattolici e luterani, «condizione fondamentale di una testimonianza convincente della nostra fede in Cristo», ha affermato papa Francesco, si fonda su tre pilastri: «La preghiera comune, la condivisione diaconale con i poveri, il dialogo teologico». Perché, ha spiegato, «le domande che il Signore ci farà» quando ci giudicherà non saranno «Sei andato a Messa? Hai fatto una buona catechesi?». «No, le domande sono sui poveri, perché la povertà è al centro del Vangelo. Lui essendo ricco si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Lui non ritiene un privilegio di essere come Dio ma si è annientato, si è umiliato fino alla fine, fino alla morte di Croce (cfr Fil 2,6-8). È la scelta del servizio. Gesù è Dio? È vero. È il Signore? È vero. Ma è il servo, e la scelta la farà su quello. Tu, la tua vita l’hai usata per te o per servire? Per difenderti dagli altri con i muri o per accoglierli con amore? E questa sarà l’ultima scelta di Gesù».

«Oggi abbiamo pregato insieme», ha concluso Bergoglio. «Pregare insieme, lavorare insieme per i poveri, per i bisognosi; amarci insieme, con vero amore di fratelli. “Ma, padre, siamo diversi, perché i nostri libri dogmatici dicono una cosa e i vostri dicono l’altra”. Ma un grande vostro [esponente] ha detto una volta che c’è l’ora della diversità riconciliata. Chiediamo oggi questa grazia, la grazia di questa diversità riconciliata nel Signore, cioè nel Servo di Jahveh, di quel Dio che è venuto tra noi per servire e non per essere servito». 

Non poteva mancare, durante l'incontro, un accenno ai crimini di cui era stata vittima Parigi solo quattro giorni prima. Nel suo caloroso saluto di benvenuto, il pastore Kruse ha detto: «Oggi proviamo una grande gioia, ma i nostri pensieri vanno anche a Parigi e tutta la nostra compassione per le vittime, confidiamo che Gesù ha vinto il mondo e perciò non ci facciamo condizionare dalla paura». Nel suo lungo colloquio diretto con i fedeli presenti, il papa ha osservato: «È una cosa brutta avere il cuore chiuso. Mio fratello pastore ha nominato Parigi: cuori chiusi. Anche il nome di Dio viene usato per chiudere i cuori». 

Sono circa 7mila i luterani in Italia, suddivisi in 15 comunità, dalla Sicilia all’Alto Adige, ma nel 2014 sono stati ben 61.200 i contribuenti che hanno destinato il proprio 8 per mille al sostegno delle attività della Chiesa evangelica luterana.

* Immagine di Philosofia, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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