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Contro la sterilizzazione politica della fede. Le ragioni dei “Cattolici del no”

Contro la sterilizzazione politica della fede. Le ragioni dei “Cattolici del no”

Tratto da: Adista Documenti n° 18 del 14/05/2016

DOC-2783. ROMA-ADISTA. Democrazia e laicità, due valori intrecciati con la fede al punto da rendere imprescindibile per un cristiano impegnarsi in difesa della Costituzione che su quei valori si fonda al fine di edificare una società giusta, di eguali, di cittadini nelle cui mani è l’esercizio effettivo dei diritti sociali. Qui è il focus dell’appello dei “Cattolici del No” messo in luce da Raniero La Valle nell’intervento alla presentazione dell’iniziativa il 21 marzo scorso, a Roma. Fin da subito non si è trattato solo di affermare le ragioni del No alla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi – e dunque al referendum confermativo del prossimo ottobre – ma di esplicitare le motivazioni che spingono un cristiano a questa scelta quale “supplemento” di impegno. Esplicitazione tanto più necessaria perché da più parti è stata sollevata immediatamente un'accusa: un appello di cittadini in quanto cattolici per la Costituzione è un vulnus alla laicità, impropria commistione fra fede e politica, indebita ingerenza della religione nella politica. «È certamente vero – risponde alle critiche La Valle – che la religione non va usata come un valore aggiunto nella lotta per il potere, ma il punto è questo, che la politica non è solo lotta per il potere, è l’edificazione di una società, e l’edificazione di una società ha una causazione ideale. Certo ci sono gli elementi della struttura, l’economia, il diritto positivo, però una società si edifica anche in virtù di un’idea, di un progetto, in forza di una causazione ideale». Che può anche richiamarsi all'ispirazione evangelica. Oggi questo è tanto più possibile perché, rileva La Valle, «tra la metà del Novecento e oggi, tra il Concilio e papa Francesco, c’è stata una rivoluzione radicale nella rappresentazione della fede e nell’immagine di Dio proposta dalla Chiesa agli uomini e alle donne del nostro tempo». Il Dio annunciato oggi dalla Chiesa di papa Francesco, è «lontano e alternativo rispetto al Dio» che «aveva suscitato la presa di distanza della modernità, forse la giusta presa di distanza della modernità e la reazione laicista»: «Il nuovo annuncio che viene recato agli uomini e alle donne di oggi secondo l’invito del Concilio» è ad «“essere per”».

L'intervento, diffuso in questi giorni tratto dalla sbobinatura, è stato corredato dallo stesso La Valle da una «Nota aggiuntiva» che fa riferimento al documento “Una scelta di laicità” (v. Adista Segni nuovi n. 17/16) di contestazione dell'appello dei “Cattolici del No”, invitando al più ampio dibattito. «Alcuni della comunità di San Paolo (Roma) – richiama La Valle – pur nel dissenso di molti altri, hanno riproposto la tesi della privatizzazione e sterilizzazione politica della fede. Essi, attraverso i canali informatici della comunità, hanno promosso una raccolta di firme contro l’iniziativa dei “Cattolici del No” e i suoi più noti ispiratori, li hanno accusati di passare dalla laicità all’integrismo e hanno avanzato un curioso criterio di riconoscimento della vera laicità, che sarebbe l’“opporsi frontalmente ai vescovi”». «Dal momento che lo scandalo è necessario (“necesse est ut veniant scandala”, Mt 18,7) – si legge nella nota – è bene non lasciare cadere questo, ma farne occasione per una nuova riflessione sui rapporti tra fede e vita, e in particolare tra l’annuncio evangelico e gli sforzi di quanti, cittadini e cristiani, intendono impegnare la loro cultura e la loro esistenza, privata e pubblica». 

* Ci corre l’obbligo di precisare che la Comunità cristiana di base di San Paolo non si è mai pronunciata in quanto tale sul tema del referendum sulle modifiche costituzionali, per cui è improprio quantificare il numero di coloro che siano in favore di una tesi o dell’altra.

Tanto meno possono essere stati utilizzati propri “canali informatici” per la raccolta di qualsivoglia firma a sostegno di qualsiasi appello. Gli unici canali informatici della comunità sono infatti un sito web (www.cdbsanpaolo.it) , di contenuti archivistici e informativi, e un indirizzo di posta utilizzato per spedire informazioni alla comunità e comunicati ufficiali (cdbsanpaolo.posta@gmail.com). Escludiamo che questi siano stati mai utilizzati per la raccolta di firme di qualsiasi tipo.

Stefano Toppi, per la segreteria della CdB di San Paolo

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