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A 20 anni dalla morte di Alfredo Ormando, lo scrittore gay che denunciò l'omofobia della Chiesa

A 20 anni dalla morte di Alfredo Ormando, lo scrittore gay che denunciò l'omofobia della Chiesa

ROMA-ADISTA. Era il 13 gennaio 1998. Alfredo Ormando, scrittore siciliano, 39 anni, si diede fuoco in piazza San Pietro in segno di protesta - come scrisse in una lettera postuma - contro l'ipocrisia di «una Chiesa che demonizza l'omosessualità demonizzando nel contempo la natura». Morì dopo 10 giorni presso l'ospedale romano Sant'Eugenio, dove era stato ricoverato in fin di vita nonostante l’intervento di due poliziotti, che avevano cercato di spegnere le fiamme che lo avvolgevano.

 

Nato in una famiglia siciliana di contadini, Alfredo Ormando aveva sei fratelli e sorelle. La sua omosessualità non venne accettata né in famiglia né dalla società in cui viveva; decise, quindi, di trasferirsi in un seminario francescano, per abbandonarlo dopo due anni, non avendovi trovato alcuna comprensione. Cominciò una carriera di scrittore indipendente e riuscí ad ottenere il diploma di scuola media soltanto all'età di 35 anni.

Il Vaticano rilasciò un comunicato stampa nel quale affermava che Alfredo Ormando si era tolto la vita per problemi familiari, e non legati alla condizione omosessuale.  Il vice portavoce della Sala Stampa vaticana, Ciro Benedettini, negò l'esistenza di un nesso tra l'omosessualità di Ormando e il luogo scelto per la sua fine, nonché la possibilità che si trattasse di un gesto di protesta contro la Chiesa. 

Ogni anno il 13 gennaio il suo gesto viene ricordato in piazza San Pietro da un gruppo di attivisti per i diritti delle persone Lgbt. Nel 2014 il regista statunitense Andy Abrahams Wilson ha realizzato il documentario Alfredo's Fire, presentato durante il Santa Barbara International Film Festival.

«Chiedo scusa per essere venuto al mondo - scrisse Ormando in un libro mai pubblicato - per aver appestato l’aria che voi respirate con il miovenefico respiro, per aver osato di pensare e di agire da uomo, per non aver accettato una diversitàche non sentivo, per aver considerato l’omosessualità una sessualità naturale, per essermi sentitouguale agli eterosessuali e secondo a nessuno, per aver ambito a diventare uno scrittore, per aver sognato, per aver riso». 

* Foto di Blackcat tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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