Contrastare l’astensionismo, rilanciare la politica. Documento della rete C3dem in vista del voto
Tratto da: Adista Notizie n° 7 del 24/02/2018
39255 BOLOGNA-ADISTA. I rappresentanti delle circa 20 Associazioni di ispirazione cattolico- democratica, le stesse che nel 2011 hanno dato vita alla rete "C3dem - Costituzione, Concilio, Cittadinanza. Per una rete tra cattolici e democratici", si sono ritrovati a Bologna, lo scorso 10 febbraio, per la loro annuale assemblea nazionale. Il tema scelto quest’anno era “Oltre la sfiducia e il rancore. I valori costituzionali per una politica credibile e una rinnovata partecipazione”. All'inizio dei lavori, presieduti dal coordinatore nazionale Sandro Campanini, ha portato un saluto l'arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi, che ha ricordato l'importanza del discorso di papa Francesco a Cesena (1/10/2017) sulla necessità dell’impegno dei cattolici – soprattutto giovani – per una “buona politica” e ha incoraggiato le associazioni della Rete C3dem a proseguire nel servizio di approfondimento e discernimento, nell'esercizio consapevole della responsabilità laicale.
Nel corso dell'assemblea è stato discusso e approvato un documento intitolato “In vista delle elezioni del 4 marzo. E oltre. Partecipare al voto, guardando ai valori della Costituzione”. «Il momento del voto – afferma il documento – dovrebbe essere ancora un’emozione significativa e un momento simbolico, sia per i giovani che vanno a votare per la prima volta, sia per chi magari ha vissuto la nascita della Carta fondamentale ». Oggi più che mai «rischia però di non esserlo». Le ragioni sono soprattutto, secondo l’assemblea C3dem, «un rancore diffuso», unito ad «una sfiducia verso le classi dirigenti, i politici, persino gli esperti». Il rischio maggiore è quindi l’astensionismo, perché «la protesta, il disagio rischiano di trasformarsi in un silenzioso e risentito abbandono». In questo senso tuttavia, l’assemblea C3dem dichiara «ancora possibile correggere la deriva verso l’astensionismo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni». Se la politica, principale responsabile, deve assumersi le proprie responsabilità, altrettanto tocca alla “società civile” e ai cittadini: il distacco dalla vita politica è infatti anche «conseguenza di visioni distorte di ciò che la politica è chiamata a fare, cioè operare per il bene comune ma con i mezzi possibili e le inevitabili mediazioni. C’è invece chi si aspetta esclusivamente risposte ai propri bisogni personali o di gruppo; così come chi vorrebbe soluzioni, semplificate e quasi “magiche” a problemi complessi. Se è doveroso respingere ogni forma di illegalità, etichettare tutta o quasi la classe politica come irrimediabilmente corrotta e incapace non è rispettoso della verità dei fatti e non contribuisce certo a produrre cambiamenti in positivo». E «se oggi molti luoghi e strumenti di partecipazione non sono attrattivi», «anche la rinuncia in partenza, da parte di tanti, ad ogni coinvolgimento finisce per indebolire ulteriormente i collegamenti tra politica e società, finendo per avvantaggiare chi intende la politica come attività riservata a gruppi ristretti».
Il documento passa poi ad elencare le questioni ritenute fondamentali dalla rete dei cattolici democratici: anzitutto «il lavoro, i giovani, l’equità, una crescita sostenibile, le attese delle famiglie e delle persone in difficoltà, la formazione e la cultura, la lotta al malaffare e alla corruzione, la valorizzazione dei “nuovi italiani”, l’integrazione (e non la cacciata) dei migranti», «la cooperazione allo sviluppo»; poi «un forte rilancio del progetto d’integrazione europea, di fronte ad un anti-europeismo dilagante, a tentazioni di isolamento, chiusura, sovranismo, riaffermando come il nostro Paese abbia beneficiato della Ue in termini di sicurezza, pace, sviluppo»; inoltre, «il rifiuto di ogni uso strumentale dell’ansia, della paura, della sfiducia, sentimenti che vanno ascoltati e interpretati nelle loro ragioni profonde, ma anche “contenuti” rispetto a derive irrazionali e pericolose e non certo fomentati da chi riveste un ruolo politico »; quindi, «il rifiuto di ogni atteggiamento e discorso aggressivo, razzista e divisivo»; «l'impegno per il benessere delle persone e delle generazioni future, della salvaguardia dell’aria, dell’acqua, del suolo». Soprattutto, affermano le associazioni del cattolicesimo democratico, «vorremmo che questa fosse un’occasione per riconnettere la classe politica con tutti i cittadini e le cittadine, per vivere la politica come esercizio comune di comprensione della vita collettiva e di costruzione di progetti. Vorremmo che, dopo il voto, le forze che negli anni passati hanno dato vita all’area di centro sinistra tornassero a cercare con sincerità le ragioni e la praticabilità di un impegno comune».
Da parte sua, la rete C3dem si impegna «a offrire occasioni di approfondimento e di elaborazione alla luce dei valori costituzionali, che non sono da evocare in modo astratto e retorico ma che vanno fatti vivere, attraverso scelte concrete, nelle dinamiche e nelle sfide della realtà di ogni giorno». Questo perché, conclude il documento approvato dall’assemblea nazionale, «continuiamo a pensare, nonostante tutte le difficoltà, che lavorare sul piano culturale sia ancora oggi indispensabile per rendere migliore la vita civile e dare linfa alla buona politica».
* Mons. Matteo Maria Zuppi in una foto [ritagliata] del 2016 di Francesco Pierantoni tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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