Un eretico confessa la propria fede. L’ultimo libro di Franco Barbero
Tratto da: Adista Notizie n° 7 del 24/02/2018
39262 ROMA-ADISTA. Quello di Franco Barbero è un nome noto ai lettori di Adista. Classe 1939, è stato un sacerdote di frontiera, fondatore nel 1973 della Comunità cristiana di base di Pinerolo (da cui si è allontanato nel 2014, dando vita una nuova esperienza comunitaria) e costretto nel 2003 a lasciare lo stato clericale per le sue posizioni di rottura in materia di dottrina, pastorale e liturgia. Autore di numerosi libri, ha da poco licenziato la sua ultima opera Confessione di fede di un eretico (Edizioni Mille, 18 € e in vendita presso Adista).
Il libro si divide in tre parti: "Seguendo Gesù di Nazareth"; "Tra benedizioni e smarrimenti"; e "Piccola antologia". Come suggerisce il pastore valdese Alessandro Esposito nella sua introduzione, si può individuare un'altra divisione tra una prima parte dedicata alla figura di Gesù e al commento critico delle reinterpretazioni che ne hanno svolto le cristologie tradizionali e una seconda sul percorso di “conversione alla vita” sul quale Barbero continua a muoversi. Per quanto riguarda la sezione sul Cristo, siamo di fronte a una insieme di brani attenti nel mettere in luce i limiti delle letture tradizionali. Il Messia di Barbero è soprattutto il Figlio dell’uomo in tutta la sua fragilità e le sue contraddizioni. È una concezione esperienziale della fede che restituisce il volto di un Gesù «così umano da diventare traduzione del progetto che Dio ha dell’uomo» e in cui risiede l’essenza del messaggio evangelico.
La seconda parte, si è detto, ha un taglio autobiografico. Si chiude con un’antologia di testi di esegesi e teologia scritti in momenti diversi e talvolta distanti della vita dell’autore. Sono particolarmente toccanti e penetranti le pagine che raccontano di quando, mentre era ancora nel pieno delle lotte operaie e antimilitariste e nella ricerca biblica, è iniziato il lungo percorso pastorale nel mondo LGBTQ, con tutte le difficoltà spirituali e ecclesiali affrontate dall’allora giovane sacerdote. Da quel 1963, quando entrò in contatto con le prime coppie di omosessuali credenti, e con le loro angosce in una Chiesa e una società tremendamente distanti, agli anni Duemila, quelli del giubileo degli omosessuali a Roma nel 2000 («l’unico non indetto dal Vaticano»). Commenta l’autore parlando dei primi passi: «Oggi forse è difficile per chi legge queste poche righe rendersi conto di quella stagione in cui regnava un silenzio che proibiva ogni ricerca, che colpevolizzava ogni difformità dal modello unico. Ma per me quegli anni furono il dono dell’ascolto, l’impegno di lasciarmi accompagnare verso un territorio per me completamente inesplorato».
Barbero ricorda poi il contributo che Adista, Confronti, le Cdb e Noi Siamo Chiesa hanno dato nel corso del tempo alla strutturazione di un movimento radicato di cristiani LGBTQ. E conclude con una nota autobiografica: «In questi anni, lo ripeto spesso, non è per nulla diminuito il mio amore e il mio impegno dentro la chiesa cattolica, seppure in una dimensione critica e ecumenica. Credo che esista un modo di amare la chiesa anche oltre le obbedienze ecclesiali».
Parte del fronte di copertina del libro di Franco Barbero, Confessione di fede di un eretico, introduzione di Alessandro Esposito (Edizioni Mille 2018)
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