
71 deputati europei: la detenzione di bambini migranti in Grecia viola il diritto internazionale
BRUXELLES-ADISTA. Il 9 marzo scorso, Barbara Spinelli (Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica, in sigla GUE-NGL) ha rivolto un’interrogazione scritta alla Commissione europea a proposito della detenzione di bambini migranti non accompagnati nelle celle delle stazioni di polizia in Grecia. L’interrogazione è stata cofirmata da 70 deputati di diversi gruppi politici.
L’interrogazione si basa sulle informazioni fornite da Human Rights Watch che «ha reso noto che in Grecia, alla fine dello scorso dicembre, 54 bambini non accompagnati erano detenuti in celle interne alle stazioni di polizia locali o in centri di detenzione per migranti. Secondo il rapporto dell’organizzazione, I bambini migranti vivevano in “condizioni non igieniche, spesso con adulti estranei” e potenzialmente “soggetti ad abuso e maltrattamento da parte della polizia”». Secondo Human Rights Watch e numerosi studi, tra cui un rapporto redatto su richiesta della Commissione, la detenzione ha effetti gravi e di lungo termine sui bambini, che includono «nocumento al loro sviluppo, ansia, depressione, disturbo da stress post traumatico e perdita di memoria».
La detenzione dei bambini, denuncia l’interrogazione, «viola il diritto internazionale in materia di diritti umani, come affermato dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dal Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti. L’Articolo 6 del Regolamento 604/2013 stabilisce che gli Stati membri cooperino strettamente tra loro, tengano debito conto delle possibilità di ricongiungimento familiare e, nel caso di minori non accompagnati, si adoperino per “facilitare l’azione appropriata per l’identificazione dei familiari, fratelli o parenti del minore non accompagnato che soggiornano nel territorio di un altro Stato membro”».
Alla Commissione Spinelli e i cofirmatari chiedono perciò se «è informata della situazione e, in caso affermativo, quali passi intende intraprendere per sostenere misure alternative alla detenzione, rendere più veloce il ricongiungimento familiare dalla Grecia e assicurare una ricollocazione sicura dei bambini richiedenti asilo non accompagnati, anche in assenza di legami familiari».
* Foto tratta da Creative Commons immagine originale e licenza
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