
Allarme dei vescovi per la crisi in Nicaragua
Sta precipitando la fase del dialogo in Nicaragua con il ritorno della repressione governativa. Le forze speciali hanno aperto il fuoco contro la manifestazione promossa a Managua dalle mamme delle vittime delle repressioni dello scorso aprile. Secondo il Cenidh, il Centro nicaraguense per i diritti umani, le vittime sono state 6, tra le quali un ragazzo di 15 anni. Il bilancio ufficioso di questo mese e mezzo di proteste è di 105 morti. Durissimo il comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale nicaraguense (Cen), dopo l’attacco di mercoledì: «Noi vescovi condanniamo tutti questi atti di repressione da parte di gruppi vicini al Governo e vogliamo mettere in chiaro che non si può riaprire il tavolo del Dialogo nazionale mentre si continua a negare al popolo del Nicaragua il diritto a manifestare liberamente, e si continua a reprimere e a uccidere». Ha dichiarato Rolando José Álvarez Lagos, vescovo di Matagalpa: «Qui ci stiamo tutti giocando la pelle. Questa non è l’ora e questo non è il momento di una falsa neutralità. Chi rimane neutrale, in realtà, ha già scelto. E chi non esprime il suo pensiero, in realtà ha già deciso».
foto di Guillaume Baviere, tratta da Flickr, licenza
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