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Contro le derive razziste, la Rete Romana di solidarietà con i palestinesi ricorda le leggi razziali antisemite

Contro le derive razziste, la Rete Romana di solidarietà con i palestinesi ricorda le leggi razziali antisemite

ROMA-ADISTA. «Oggi, in Italia, come in tutta Europa, siamo di nuovo alla prese con consistenti derive razziste che stanno acuendo l’antiziganismo e minacciano di rilanciare  l’altro mostro, mai sopito, dell’antisemitismo. Ad ottant’anni  dai tristissimi giorni del “manifesto della razza” siamo dunque chiamati a riaffermare con vigore l’eguale dignità e valore di tutti i popoli della Terra come di tutte le svariate componenti della popolazione di ogni Paese». Queste parole sono tratte dalla “Dichiarazione della rete romana di  solidarietà con il popolo palestinese” (11/09/18) che chiama alla vigilanza nell’ottantesimo della promulgazione delle leggi razziali, annunciate per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini. Di seguito il testo integrale.

«Ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario della promulgazione dei nefasti “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”. Un obbrobrio che preluse a quella tragica ignominia  che gli Ebrei chiamano Shoah, i Rom, i Sinti e i Caminanti Porrajmos ed alcuni altri Olocausto, ma errando perché non ci fu alcun dio a cui venissero sacrilegamente offerte quelle vite. Si trattò di un assassinio di massa, di un genocidio.

La Storia racconta di molti genocidi, quasi tutti perpetrati da Europei  nel proprio ed in altri continenti;  ma quello fu speciale. Speciale perché “scientifico” in un duplice senso: fu  organizzato e realizzato con precisione scientifica e cura  minuziosa e pretese di basarsi su di un teoria scientifica che, benché aberrante e dimostratasi assolutamente priva di fondamenti scientifici, trovò alcuni scienziati o presunti tali  che la sostennero. Fu la teoria delle “razze”, secondo la quale quella ariana sarebbe stata  superiore alle altre e  andava perciò preservata da contaminazioni  e corruzioni. Quanti potessero pregiudicarne la “purezza” dovevano quindi essere  messi in condizione di non nuocere e perciò isolati, sterilizzati o messi a morte. E così fu in quegli anni terribili.

La Shoah si distingue dagli altri genocidi anche per un altro aspetto: viene da lontano, da molto lontano. È lo sbocco di persecuzioni le più svariate, durate  2000 anni circa  per gli Ebrei e diversi secoli per gli “Zingari”. Persecuzioni  scaturite  dalla sedimentazione  di ignoranza, pregiudizi, interessi e fanatismi, che nel caso  degli Ebrei concorsero a configurare la cosiddetta “questione ebraica”. Per essa fu “scientificamente” apprestata  la “soluzione finale”.

Sarebbe troppo comodo, però, e del tutto semplicistico dichiarare responsabile di queste turpitudini solo ed unicamente la follia del fascismo e del nazismo. Il razzismo,  proprio nella sua forma  quanto mai  abominevole dell’antisemitismo ed in quella dell’antiziganismo, è presente da secoli nelle culture europee. Si consideri  che il primo congresso mondiale di eugenetica è stato  organizzato dalla Università di Oxford  nel 1911 e leggi razziali sono state promulgate in Inghilterra  prima che in Italia e Germania.

Oggi, in Italia, come in tutta Europa, siamo di nuovo alla prese con consistenti derive razziste che stanno acuendo l’antiziganismo e minacciano di rilanciare  l’altro mostro, mai sopito, dell’antisemitismo.

Ad ottant’anni  dai tristissimi giorni del <manifesto della razza> siamo dunque chiamati a riaffermare con vigore l’eguale dignità e valore di tutti i popoli della Terra come di tutte le svariate componenti della popolazione di ogni Paese, a dichiarare la democrazia, la libertà e l’autodeterminazione dei Popoli valori irrinunciabili, a garantire  con fermezza   il rispetto delle differenze di genere e la tutela delle minoranze linguistiche, religiose, culturali e sessuali. In questa prospettiva, nel mentre  chiamiamo alla “vigilanza democratica” quanti si riconoscono nella Costituzione redatta dalle componenti culturali   e dalle forze politiche che sconfissero il fascismo, inviamo un saluto rispettoso e cordiale  a tutta le  minoranze  che vivono nel nostro Paese, da quella  di più antica presenza come la Comunità Ebraica che è parte costituiva ed integrante della Comunità Nazionale, a quelle zigane che sono le più neglette, a quelle  di  recente formazione come le islamiche, a quelle che  sono in via di formazione, a tutti i profughi, ai richiedenti asilo e alle persone appena giunte con gli ultimi sbarchi. Auspichiamo una convivenza felice per tutti e tutte  e ci impegniamo a dare un contributo fattivo per il raggiungimento di questo fine»

La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese

*Foto di dominio pubblico tratta da Wikipedia immagine originale e licenza

 

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