
In Italia una «involuzione di civiltà»: il mondo giuridico lancia l'allarme
È accorato l'appello della Fondazione Lelio e Lisli Basso, diffuso attraverso la newsletter periodica, preoccupata per l'attuale situazione politica e culturale, che «sembra prescindere dai valori fondativi della Repubblica e della sua Costituzione».
In particolare, la Fondazione intende diffondere due recenti documenti – la mozione della Società italiana di Filosofia del diritto (Sifd) e il comunicato stampa della Corte Costituzionale – «che evidenziano l'allarme della cultura giuridica, sia a livello associativo, sia a livello istituzionale. Nessuno può rimanere indifferente o silente, senza rendersi complice dell'involuzione di civiltà che sta appannando i diritti delle persone».
La Sifd, nella mozione firmata dalla presidente Carla Faralli e inviata il 14 settembre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, «esprime sconcerto e preoccupazione» a partire dalla gestione del “caso Diciotti”, per «le numerose e gravi violazioni del diritto internazionale, delle garanzie del diritto penale italiano, della Costituzione e del diritto umanitario, giustificate con il supposto volere della maggioranza degli italiani, mettono in crisi lo stato di diritto e si pongono in contrasto con la fondamentale massima kantiana secondo cui si deve agire in modo da trattare gli esseri umani sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo. Come filosofi e sociologi del diritto non possiamo che concordare con il Presidente della Repubblica: tutti i cittadini e tutti i pubblici poteri sono sottoposti alla legge».
Il presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per presentargli il progetto “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, che prenderà il via a Rebibbia il prossimo 4 ottobre. Nel corso dell'udienza, si legge nel comunicato della Corte il 19 settembre, Lattanzi ha colto l'occasione per sottolineare che «la Costituzione è una “legge suprema”, uno scudo nei confronti dei poteri dello Stato, che neppure il legislatore con le sue mutevoli maggioranze può violare». «Le Carte e le Corti costituzionali, insieme con i giudici comuni», ha poi aggiunto, «ci difendono dai vecchi fantasmi che hanno ripreso ad agitarsi in Europa e a mettere in discussione le regole della democrazia, della libertà e dell’eguaglianza, e i diritti fondamentali che le accompagnano».
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