Migranti: il “digiuno di giustizia” e il coraggio di disobbedire. Intervista a p. Alex Zanotelli
Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 13/10/2018
39529 ROMA-ADISTA. In piazza Montecitorio contro le politiche del governo Conte-Salvini- Di Maio sui migranti. Si è svolto, come annunciato (v. Adista online 30 settembre), il 4 ottobre il presidio della campagna “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti” (promossa da alcuni religiosi e religiose: il comboniano p. Alex Zanotelli e il sacramentino p. Giorgio Ghezzi – entrambi in piazza –, l’ex vescovo di Caserta mons. Raffaele Nogaro, don Alessandro Santoro della Comunità delle Piagge e suor Rita Giaretta di Casa Rut a Caserta) di fronte alla Camera dei Deputati, nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto sicurezza, accompagnandolo con un blando richiamo alla Costituzione repubblicana, immediatamente irriso dal vicepremier-ministro dell’Interno Matteo Salvini, principale artefice della politica contro gli immigrati del governo giallo-verde («Finalmente dopo tante polemiche e tanti che dicevano Mattarella non firmerà, oggi il presidente ha firmato: ciapa lì e porta a cà, come si dice a Milano», ha esultato sul suo profilo facebook, brandendo il decreto firmato da Mattarella).
Dopo il ritrovo e un breve momento di preghiera in piazza San Pietro, nel giorno della festa liturgica di san Francesco (che il premier Giuseppe Conte – già reduce dalla visita sui luoghi di padre Pio – è andato a omaggiare direttamente da Assisi, accolto con grande calore dai francescani del Sacro Convento di Assisi), il gruppo, formato da diversi religiosi e religiose, cattolici, cittadini comuni e diversi scout dell’Agesci di Caserta, ha camminato fino a piazza Montecitorio, dove il presidio è restato fino a sera, dietro il grande striscione “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti” ma anche diversi cartelloni in solidarietà con il sindaco di Riace (Rc) Mimmo Lucano: «Arrestateci tutti!».
Durante la manifestazione abbiamo rivolto alcune domande a p. Zanotelli.
P. Alex, dopo i dieci giorni di digiuno e presidio a Montecitorio nel mese di luglio (v. Adista Notizie nn. 27 e 28/18) e una giornata lo scorso 12 settembre (v. Adista online 6 e 12 settembre) dopo la pausa estiva, oggi di nuovo in piazza in solidarietà con i migranti…
«Abbiamo deciso di continuare il digiuno e, una volta al mese, di dare una dimensione pubblica e politica al digiuno con la presenza di un presidio a piazza Montecitorio. La dimensione politica del digiuno è quella che ci indica il profeta Isaia al capitolo 58: «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?».
La situazione è peggiorata rispetto a quando la campagna è cominciata questa estate?
«La situazione si sta aggravando per i migranti: il Mediterraneo è stato liberato dalle navi che salvano vite umane, abbiamo rafforzato il patto con la Libia e spostato di fatto il confine sud nel Niger e altro ancora. Sono dei crimini contro i poveri compiuti da questo governo».
Che fare?
«È importante reagire, anche in campo ecclesiale: parrocchie, istituti religiosi devono reagire. Altrimenti è finita, non c’è futuro».
In questi giorni è arrivata anche la notizia dell’arresto di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che ha “inventato” e applicato un modello di accoglienza e integrazione per i migranti…
«Mimmo Lucano è un simbolo dell’accoglienza, e per questo è stato colpito e la sua esperienza messa sotto accusa. Se ha violato la legge, lo ha fatto per salvare donne e uomini migranti. Quindi questo nostro digiuno è anche per Mimmo Lucano, come testimoniano i cartelloni che portiamo al collo: “Arrestateci tutti”».
Bisogna riprendere a parlare di disobbedienza? C’è lo ha insegnato anche don Milani…
«La coscienza viene prima della legge, se questo significa salvare vite umane. Allora bisogna avere il coraggio di disubbidire. Anche le nostre Chiese dovrebbero educare alla disobbedienza civile per contrastare i sistemi di morte»
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