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Yemen: ad Assisi unanimità dei consiglieri sulla mozione contro le bombe ai sauditi

Yemen: ad Assisi unanimità dei consiglieri sulla mozione contro le bombe ai sauditi

“Stop bombe per la guerra in Yemen” è il titolo della mozione presentata da Carlo Migliosi insieme ai consiglieri Giuseppe Cardinali e Paolo Sdringola e approvata l'altro ieri all'unanimità dal Consiglio comunale di Assisi, “Città della pace”.

Il dibattito in aula si è aperto con la proiezione di un breve documentario che ricorda la vicenda di Amal, la bambina di 7 anni, denutrita, morta perché i genitori non avevano a disposizione benzina sufficiente per raggiungere tempestivamente il più vicino ospedale di Medici Senza Frontiere. Amal è il volto innocente di questa guerra dimenticata, condotta da un'ampia coalizione a guida saudita, che ha seminato morte tra gli yemeniti, con il silenzio complice della comunità internazionale e dell'industria bellica, interessata a vendere ordigni nonostante i bombardamenti indiscriminati (anche su infrastrutture e ospedali) e le altre violazioni dei diritti umani denunciate da Onu, organismi umanitari e Unione Europea.

Molte di queste armi partono da Domusnovas, Sardegna, sede di RWM Italia Spa, ex Società Esplosivi Italiani (SEI), ora società specializzata in bombe d'aereo e testate missilistiche del gruppo tedesco Rheinmetall Defence. L'Italia continua a consentire l'invio di ordigni della RWM all'Arabia Saudita, nonostante la Legge 185 del 1990 proibisca chiaramente la vendita di armi a Paesi in guerra o che non tutelano i diritti umani.

Il testo della mozione, dopo aver illustrato il dramma della popolazione yemenita, chiede al sindaco e alla Giunta comunale di ribadire la propria fedeltà ai principi ispiratori della 185 e di intraprendere ogni azione per spingere il governo a fermare la vendita di bombe della RWM ai sauditi. La sindaca Stefania Proietti, che già quest'estate aveva pubblicamente chiesto lo stop della vendita di armi ai sauditi, invitando anche gli altri sindaci della regione a partecipare alla Marcia per la Pace e la Fratellanza #perugiassisi, ha salutato con grande favore questa mozione: «L’occasione di oggi è rompere il silenzio – ha sottolineato – e lo facciamo da Assisi, dalla nostra città, che è il simbolo della pace nel mondo, perché i governi purtroppo non si muovono, né quelli precedenti né quello attuale, e con questa mozione dimostriamo di avere coraggio e di avere coraggio non ci si deve mai pentire, ci si deve vergognare invece dell’indifferenza di fronte alla morte di uomini, donne e bambini. E se anche gli ottomila Comuni d’Italia diranno la stessa cosa vuol dire che il no alle guerre e al traffico di armi sarà più forte».

Proprio da Assisi, il giorno dopo la votazione, anche Tonio Dell'Olio (Pro Civitate Christiana) ha esultato per questa «bella pagina di pubblica amministrazione». Nella rubrica “Mosaico dei giorni” che cura per Mosaico di pace (giornale promosso da Pax Christi), ha aggiunto: «Non è scritto da nessuna parte che le amministrazioni locali non possano e non debbano pensare in grande, volare alto e provvedere soltanto ai lampioni e ai marciapiedi». E ancora: dai consiglieri non solo una «prova di testimonianza, bella ma inefficace», ma una «proposta concreta che se fosse imitata da almeno una buona parte dei 7.954 comuni d'Italia, metterebbe in crisi il consenso dell'operato del governo su questa materia, causerebbe un'inversione di rotta e, forse, salverebbe un certo numero di vittime».


Per approfondimenti sulla mozione del Consiglio comunqle di Assisi, qui e qui.


* Foto di Matito, tratta da Flickr, immagine originale e licenza. L'immagine è stata tagliata.

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