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“Maratona dell’umanità”: in piazza a Modena, i nomi delle 34.361 vittime dell’Europa dei muri

“Maratona dell’umanità”: in piazza a Modena, i nomi delle 34.361 vittime dell’Europa dei muri

Tratto da: Adista Notizie n° 45 del 29/12/2018

39630 MODENA-ADISTA. «Omar “Susi”, ragazzo, 16 anni, morto schiacciato da un camion nel porto di Ceuta, in Spagna». «N.N., uomo, annegato a largo di Tripoli, dopo che la guardia costiera libica ha impedito l’intervento di una barca di una Ong».

Sono fra i primi nomi della lunghissima lista di 34.361 uomini, donne, bambini e bambine morti nel Mediterraneo, sui sentieri di montagna o lungo le strade e le ferrovie tra il 1 gennaio 1993 e il 5 maggio 2018 nel tentativo di raggiungere l’Europa dall’Africa e dal Medio Oriente compilata dall’associazione olandese United for Intercultural Action (e pubblicata in Italia dal quotidiano il manifesto e dal settimanale Internazionale e in Europa dal britannico Guardian e dal tedesco Tagesspiegel nello scorso giugno).

Tutti i 34.361 nomi vengono letti ad alta voce, in piazza Grande, a Modena, dalle 8 del mattino di sabato 22 dicembre fino alle 13 di domenica 23 dicembre, anche di notte, in una lunga staffetta di voci che si alterneranno in una inedita “Maratona dell’umanità” lunga 29 ore.

C’è il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’arcivescovo mons. Erio Castellucci, la parlamentare europea Cecile Kyenge (che il senatore leghista Roberto Calderoli paragonò ad un «orango» e ora andrà a processo per diffamazione dopo che la Corte costituzionale ha sentenziato che l’ex ministro non può godere della «insindacabilità sugli insulti»), i Modena City Ramblers, i rappresentanti delle comunità straniere sul territorio, il mondo della scuola, dell’informazione, dello sport, del terzo settore e tutti i cittadini e le cittadine che vorranno aggiungersi, anche all’ultimo momento.

Molte le associazioni coinvolte, laiche e cattoliche, coordinate dal Centro servizi per il volontariato di Modena: le Acli, Amnesty International, gli scout dell’Agesci, i partigiani dell’Anpi, l’Arcigay, la Cgil, il Coordinamento per la democrazia costituzionale, le Donne in nero, Emergency, Libera, Mani Tese, il Movimento nonviolento, diverse parrocchie e scuole del territorio. Tutte insieme per «riconoscere dignità a ognuna delle persone morte nel mare Mediterraneo o ai confini d’Europa, nominandole una a una, per fermare l’emorragia di umanità che sta abbrutendo la nostra società».

Non solo numeri (che frattanto sono diventati molti di più dei 34.361 “censiti”), ma nomi e soprattutto storie di donne e uomini che non ce l’hanno fatta, respinti dalla Fortezza Europa. C’è chi è annegato nel Mediterraneo; chi ha tentato di attraversare a nuoto il fiume Evros, tra Turchia e Grecia, ed è stato risucchiato dalla corrente; chi è soffocato nel cassone di un camion o congelato sul tetto di un treno; chi è morto di freddo attraverso le Alpi oppure lungo la Balkan Route.

«La maratona dell’umanità è una testimonianza, una sfida a recuperare il senso dell’essere umani e una denuncia della tragedia infinita» provocata dalle politiche dei muri e dei respingimenti, spiegano gli organizzatori. «Un lungo elenco, ma ancora parziale, che prende avvio nel 1993, e attraversa quindi diversi anni e diversi governi, e provoca una vertigine ad ascoltarlo. Per questo vogliamo leggere tutti i nomi della lista, perché nessun uomo è un’isola, e la morte di questi uomini, donne e bambini ci sminuisce. Tutti».

Modena, piazza Grande: foto di cristina.sanvito del 2013 tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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