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Devono cambiare le strutture di comando

Devono cambiare le strutture di comando

Tratto da: Adista Documenti n° 7 del 23/02/2019

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Siamo molto grate a papa Francesco per aver riconosciuto pubblicamente gli abusi sessuali su suore cattoliche da parte di membri del clero. Le sue parole schiette fanno luce su una realtà che è stata in gran parte nascosta al pubblico e crediamo che la sua onestà sia un importante e significativo passo in avanti. La nostra speranza è che questo riconoscimento porti un po’ di conforto a coloro che sono sopravvissute agli abusi e che acceleri la quanto mai necessaria riparazione dei sistemi che, all'interno della Chiesa cattolica, hanno permesso agli abusi di rimanere ignorati per anni. Le suore cattoliche che sono state abusate sessualmente dai preti non hanno sempre denunciato questo crimine per le stesse ragioni per cui non lo hanno fatto le altre vittime: un senso di vergogna, una tendenza a incolpare se stessi, la paura di non essere creduti, l'ansia per eventuali ritorsioni, il senso di impotenza e altri fattori. Speriamo che, grazie al riconoscimento del papa, le suore e le altre vittime di abusi trovino la forza di farsi avanti e che le sue parole portino a vie più accoglienti e ricettive di risanamento.

Da quasi vent’anni le molestie sessuali e lo stupro di suore cattoliche da parte di sacerdoti e vescovi sono oggetto di discussioni alle riunioni delle superiore delle congregazioni cattoliche femminili di tutto il mondo. Sebbene il fenomeno sembri essere diffuso prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo, molestie e stupri di religiose sono stati registrati anche in altri Paesi, compresi gli Stati Uniti. Uno studio condotto nel 1996 dalla St. Louis University ha indicato che c'erano religiose negli Stati Uniti che avevano subito qualche forma di trauma sessuale da parte di sacerdoti cattolici. Spesso quelle religiose non condividevano queste informazioni nemmeno con le loro comunità.

Nel corso di questi ultimi due decenni la nostra comprensione degli episodi di abuso di ogni genere è cresciuta e si è approfondita, in quanto abbiamo appreso di più sul carattere nascosto dell'abuso e sui suoi effetti devastanti ad ampio raggio sulla vita delle sopravvissute. Riconosciamo che, come religiose, non abbiamo sempre offerto ambienti che incoraggiassero le nostre consorelle a farsi avanti e a denunciare quello che avevano vissuto alle autorità competenti. Ci rammarichiamo di non esserci pronunciate con più forza, quando abbiamo  saputo degli episodi di abuso, per porre fine alla cultura della segretezza e degli insabbiamenti all'interno della Chiesa cattolica, che hanno scoraggiato le vittime dal farsi avanti. Le comunità di religiose cattoliche hanno lavorato duramente negli ultimi anni per mettere in atto ciò che è necessario per agire responsabilmente e compassionevolmente con i sopravvissuti e continueranno a fare della protezione dall'abuso di tutte le persone una priorità. Riconosciamo con gratitudine il lavoro svolto dall'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), l'organizzazione con sede a Roma delle superiore delle congregazioni cattoliche femminili di tutto il mondo. La dirigenza dell'UISG ha lavorato negli ultimi due decenni per sensibilizzare la Chiesa e il pubblico sugli abusi che si verificano tra le comunità religiose femminili, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. È stata in prima linea negli sforzi tesi a chiamare la Chiesa a rendere conto di questo problema e ci impegniamo a offrire il nostro sostegno e la nostra collaborazione al loro continuo lavoro in questo ambito critico. Speriamo che il riconoscimento di papa Francesco sia una forza motivante per tutti noi nella Chiesa cattolica per porre rimedio alla questione degli abusi sessuali perpetrati dal clero in modo completo e rapido. Il prossimo vertice dei vescovi sull'abuso sessuale offre l'opportunità di un'azione decisiva. Tra le azioni che consigliamo sono:

1. La creazione di meccanismi che consentano a tutte le vittime di abusi di denunciare in un'atmosfera in cui ricevano compassione e sicurezza.

2. La ristrutturazione delle strutture di comando della Chiesa allo scopo di affrontare la questione del clericalismo e assicurare che il potere e l'autorità siano condivisi con laici. Le rivelazioni sulla portata dell'abuso indicano chiaramente che le strutture attuali devono cambiare se la Chiesa vuole riacquistare la sua credibilità morale e avere un futuro sostenibile.

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