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L'immigrazione tra realtà dei fatti, percezione e propaganda: un documento del Meic

L'immigrazione tra realtà dei fatti, percezione e propaganda: un documento del Meic

“I fenomeni migratori e le responsabilità del nostro Paese. Cinque proposte e un impegno” è il titolo del documento pubblicato dal Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) lo scorso 18 febbraio.

Secondo il movimento cattolico, quando si parla di immigrazione nel nostro Paese, realtà e percezione dei fatti viaggiano su binari divergenti: «La percezione comune», afferma il Meic, è «deformata da una lettura impropria della realtà, la cui entità viene spesso amplificata dalla lente deformante della cattiva gestione e della strumentalizzazione a fini elettorali».

Per questa ragione, con lo sguardo fisso sui numeri e senza prestare il fianco alle ragioni propagandistiche, che tendono a buttare tutto in confusione pur di fomentare ansie e timori nell'opinione pubblica, il Meic avanza 5 proposte.

1) È fondamentale respingere «la retorica dell'immigrazione come ondata inarrestabile di popolazione africana impoverita o sradicata dai cambiamenti climatici. I numeri dicono altro e non si vede come potrebbero arrivare grandi masse di migranti in futuro, specialmente dalle aree più povere».

2) È importante non fare confusione tra realtà diverse, come «immigrazione e asilo» o «sbarchi e immigrazione». Sotto lo stesso termine “immigrazione” si tende infatti a raccogliere in maniera indiscriminata gruppi di persone con progetti migratori diversi, che quindi richiedono attenzione e misure differenti. Se ci si fermasse un attimo a distinguere tra «cittadini europei mobili, studenti, infermiere, assistenti familiari, investitori, gente che lavora in occupazioni lasciate scoperte dagli italiani, persone che fuggono da guerre e persecuzioni», allora «ci si accorgerà che dell'immigrazione incontenibile e temuta resterà ben poco».

3) Altro esercizio di realismo: a livello di politiche, il Meic invita a non sovraccaricare il «canale dell'asilo», aumentando «le possibilità di ingresso per lavoro in Italia, almeno stagionale», sull'esempio fecondo di Paesi come la Germania, il Giappone e Stati Uniti.

4) Invita anche a «potenziare la soluzione dei corridoi umanitari e in generale le possibilità di reinsediamento di rifugiati provenienti dai Paesi di primo asilo. Qui alcune organizzazioni religiose sono attive, cattoliche e protestanti, in collaborazione con numerose comunità locali. Il loro impegno va incoraggiato e sostenuto».

5) Ultimo punto, non meno rilevante degli altri, «che l'Italia aderisca al Global Compact, per migrazioni ordinate, sicure e regolari.

L'organismo cattolico conclude ricordando il suo impegno di fronte ai fenomeni migratori e chiedendo dunque a istituzioni e opinione pubblica di adottare in materia la sua ricetta, fatta innanzitutto di conoscenza e comprensione dei fenomeni reali, ma poi anche di buona accoglienza e integrazione, cultura di ascolto e di rispetto reciproco, promozione di occasioni di incontro e coesione sociale.

Come “Allegato” al documento, il Meic propone una rassegna di “Numeri del fenomeno”, nella quale parla delle migrazioni nel mondo e in Italia, della loro composizione per genere e provenienza, delle regole che governano il fenomeno, dei costi e dei guadagni per lo Stato, della questione delle seconde generazioni di migranti. Con la sola forza dei dati, per conoscere la realtà dei fatti e respingere propaganda e paura.

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