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“Vita Pastorale”: quando la difesa diventa offesa non è più “legittima”

“Vita Pastorale”: quando la difesa diventa offesa non è più “legittima”

Sul numero di aprile di Vita Pastorale, mensile dei Paolini diretto da don Antonio Sciortino, Francesco Occhetta (gesuita membro del collegio degli scrittori di Civiltà Cattolica) entra nello spinoso dibattito sulla riforma della legittima difesa.

Grazie al dispositivo votato in Parlamento, la difesa sarà sempre «legittima», accusa Occhetta: «Non sarà più necessario che il ladro o la persona che entra nella proprietà privata abbia un’arma in mano, sarà sufficiente simulare d’averla anche senza minacciare direttamente la persona da aggredire. Coloro che spareranno mentre erano gravemente turbati non saranno puniti». Ma non finisce qui, prosegue l'articolo, perché «i casi di legittima difesa avranno una corsia preferenziale per essere giudicati velocemente» e, inoltre, «a chi si difenderà legittimamente è stata tolta la responsabilità civile legata al risarcimento del danno».

Obiettivo della legge, in definitiva, pare essere quello di punire in maniera esemplare il trasgressore e tutelare al contempo chi si difende anche se la sua reazione si dimostra sproporzionata e violenta. Il governo a trazione leghista agita «lo slogan “più sicurezza”», commenta Occhetta, ma le ragioni politiche di tale misura sembrano altre, anche perché una legge sul “Diritto all'autotutela in un privato domicilio» (la 59 del 13 febbraio 2006) già c'era ed era stata voluta proprio dal centrodestra di allora.

«Partiamo da un dato clamoroso», invita il gesuita: «Dagli studi del Ministero della Giustizia emerge che i procedimenti definiti in dibattimento nei tribunali dal 2013 al 2016 sono stati 10 per la legittima difesa e 5 per eccesso colposo di legittima difesa, su un totale di circa 1 milione e 300 mila procedimenti penali pendenti in Italia». Di quale emergenza si parla allora, se si considera anche che «in questi ultimi cinque anni, le rapine e i furti in abitazione sono diminuiti»? A partire da queste evidenze, secondo Occhetta, si palesa chiaramente il meccanismo della costruzione della paura, che ha come unico obiettivo la propaganda e la raccolta di consensi, non certo la reale sicurezza dei cittadini.

E cosa dice in merito il Catechismo della Chiesa Cattolica? La difesa “legittima”, secondo il Catechismo, è un diritto e addirittura un dovere quando si è responsabili della vita altrui. La teologia morale parla però anche di giusta proporzione tra aggressione e reazione difensiva. Se la difesa è legittima e proporzionata, è lecito anche uccidere l'aggressore. «La legittima difesa nasce, infatti, per consentire la tutela di un diritto minacciato da un’offesa ingiusta», chiarisce ancora Occhetta, ma «non per punire l’aggressore». «Non si tratta di un’offesa, ma di una difesa da un’aggressione in atto, che non significa né prevenzione di una possibile aggressione, né una risposta a un’aggressione già avvenuta o che è stata volontariamente provocata». Per questo «non sono mai legittimati l’odio, il rancore e la vendetta».

Questa riforma invece apre ad altri e più oscuri scenari: rischia infatti «di consentire la difesa di un diritto minacciato e di sostituirsi allo Stato, favorendo i privati ad armarsi per proteggersi». Presagio nefasto, perché come già ampiamente dimostrato in Paesi come la Florida, queste leggi «più che scoraggiare i malviventi li hanno resi sempre più violenti e armati».

Conclude Occhetta: «Per arginare la “giustizia fai da te”, sono urgenti una maggiore presenza dello Stato a livello preventivo e coercitivo, e più controllo sociale di vicinato. A livello culturale occorre non trasformare la difesa in attacco»..

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