
La verità sulle ONG in 10 punti: un dossier di Mani Tese
Un lavoro di informazione necessario, un atto dovuto per fugare il campo da pregiudizi e illazioni diffuse in un contesto di cinica criminalizzazione della solidarietà che, in chiave di contrasto all'immigrazione, ha preso di mira le ong impegnate nelle operazioni Sar (Search and Rescue) di ricerca e soccorso dei migranti naufraghi nel Mediterraneo.
Mani Tese – ong impegnata da 50 anni in America Latina, Asia, Africa e Italia con progetti di educazione e solidarietà per la giustizia economica, sociale e ambientale – ha pubblicato il mini-dossier “Tutto quello che non ti hanno detto sulle ong”, redatto da Elias Gerovasi (responsabile Progettazione e Innovazione della Onlus) e articolato su «10 indispensabili cose da sapere per affrontare con cognizione di causa un dibattito sulle Organizzazioni Non Governative».
Nonostante le ong italiane operino sul territorio italiano e nei Paesi in difficoltà dagli anni Sessanta-Settanta, si legge nel dossier, la loro popolarità è recente, «strettamente legata al caso delle organizzazioni di vario tipo che hanno operato in attività di ricerca e salvataggio di migranti nel Mar Mediterraneo e alle successive polemiche e strumentalizzazioni politiche e mediatiche».
Delle Ong si è detto e si dice di tutto, come per esempio che molte di loro sono in combutta con i trafficanti di esseri umani nonostante ad oggi «nessun procedimento delle procure di Trapani, Catania, Ragusa e Palermo ha potuto dimostrare» nulla e «la maggior parte delle inchieste aperte sono state archiviate con il dissequestro delle imbarcazioni delle ong».
Oppure qualcuno ha anche accusato le ong di lucrare sulla pelle dei migranti del mare. Accusa falsa: nessuna organizzazione «risulta aver ricevuto fondi pubblici a questo scopo» e, anzi, il miliardo circa di euro che le ong avrebbero speso per le operazioni di salvataggio sono più che altro da considerare un “risparmio” per le autorità italiane che dovrebbero dedicarsi alle operazioni Sar.
«Senza ong arriverebbero meno migranti?», titola il punto 5 del dossier. Cinque o sei anni di ricerche hanno dimostrato che i “push factor” (elementi che spingono i migranti a partire, come l'instabilità politica, la fame e la miseria) sono ben più forti dei “pull factor” (fattori attrattivi illegittimamente attribuiti alla presenza delle ong nel mare) nel determinare i flussi migratori. Ruolo fondamentale lo giocano anche gli accordi bilaterali, come quello con la Libia o il Niger, grazie ai quali l'Italia esternalizza le proprie frontiere appaltando il lavoro di contenimento a Paesi terzi.
E così via: «Perché le ong non aiutano i migranti direttamente in libia prima che partano?»; «chi finanzia le ong?»; «dove vanno a finire i soldi delle ong?»; «le ong sono poco trasparenti?». 10 domande e 10 risposte nell'operazione verità di Mani Tese che, con questo piccolo contributo, ha inteso “ripulire” il dibattito sulle organizzazioni, al centro di una campagna di mistificazione e discredito.
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!