
Una pioggia di irregolarità: via i “crociati del terzo millennio” dalla certosa di Trisulti
Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 15/06/2019
39843 COLLEPARDO (FR)-ADISTA. Riempiono gli scatoloni e se ne tornano a casa i “crociati del terzo millennio” del teocon Steve Bannon, ex consigliere del presidente Usa Donald Trump, che nella certosa di Trisulti, in Ciociaria (Fr), avrebbero voluto installare l’Accademia dell’Occidente giudaico-cristiano, un pensatoio dell’integralismo cattolico, «una scuola di gladiatori di destra, i soldati delle prossime guerre culturali che dovranno difendere l’Occidente», secondo la definizione dello stesso Bannon (v. Adista Notizie nn. 2/18 e 1/19).
Come anticipato da Adista (v. Adista Notizie n. 21/19), il Ministero per i Beni e le Attività Culturali guidato dal grillino Alberto Bonisoli ha infatti avviato l’iter per la revoca della concessione dell’abbazia certosina del 1200 all’associazione Dignitatis humanae institute (Dhi), che il 14 febbraio 2018 si aggiudicò un bando pubblico dello stesso Mibac – allora guidato da Dario Franceschini – che le assegnava Trisulti per 19 anni, ad un canone di affitto di centomila euro l’anno.
«Dhi contrasterà questa manovra con ogni risorsa a sua disposizione. E vinceremo», replica mussolinianamente Benjamin Harnwell, fondatore e leader di Dhi, che accusa il governo italiano di essersi arreso «ad ogni capriccio dell’estrema sinistra. Questo non è altro che il raglio della sinistra marxista culturale contro la difesa della civiltà occidentale. Dunque l’Accademia per l’Occidente giudaico-cristiano procederà come previsto quest’autunno, e nel frattempo non vediamo l’ora di combattere il nostro caso in tribunale».
«Le opinioni politiche non c’entrano nulla – spiega invece il sottosegretario ai beni culturali, il grillino Gianluca Vacca, che ha seguito il “dossier Trisulti” –, a noi interessa il rispetto della legalità e la tutela del patrimonio culturale nazionale».
Le irregolarità, rispetto a quanto richiesto dal bando e previsto poi dal contratto, sono davvero tante e gravi, come evidenziato dalle ispezioni del Mibac. «È emerso – illustra Vacca – che Dhi non aveva il riconoscimento della personalità giuridica; non aveva tra i suoi scopi statutari lo svolgimento di attività di tutela, di promozione, di valorizzazione o di conoscenza dei beni culturali e paesaggistici; non aveva una documentata esperienza almeno quinquennale nel settore della collaborazione per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale; non aveva una documentata esperienza nella gestione, nel quinquennio antecedente la pubblicazione del bando, di almeno un immobile culturale, pubblico o privato, con attestazione della soprintendenza territorialmente competente di adeguata manutenzione e apertura alla pubblica fruizione.
A questo si aggiunge che la Dhi è risultata inadempiente all’obbligo del pagamento del canone di concessione, agli obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché a quelli di custodia e vigilanza. Procedere con la revoca è dunque un atto dovuto». A questo punto resta da capire come sia stato possibile che, di fronte a lacune ed inadempienze così macroscopiche, a suo tempo il Mibac abbia assegnato la certosa di Trisulti a Dhi: superficialità, mancate verifiche, o accondiscendenza nei confronti di importanti sponsor ecclesiastici che l’associazione teocon poteva e può contare Oltretevere?
Dhi ha come propria mission «la difesa delle fondamenta giudaico-cristiane della civiltà occidentale». Il suo fondatore, appunto Harnwell, è un conservatore britannico e grande amico di Bannon, ma anche dei “nostri” Luca Volonté, direttore di Dhi, e Rocco Buttiglione, che fino a qualche mese fa compariva nell’organigramma come “padre fondatore”. Nel comitato consultivo poi c’è un nutrito gruppo di cardinali ultraconservatori: Raymond Burke (presidente onorario), Francis Arinze, Walter Brandmueller, Malcom Ranjith, Robert Sarah e Angelo Scola.
L’appello al papa cadde nel vuoto
Già nel 2015 Dhi tentò di accaparrarsi la certosa. Il suo presidente onorario di allora, il card. Raffaele Martino, dopo aver incassato l’appoggio di p. Silvestro Buttarazzi (abate di Casamari) e di mons. Lorenzo Loppa (vescovo di Anagni-Alatri, la diocesi in cui ricade Trisulti), scrisse direttamente a papa Francesco, chiedendogli di intercedere presso Franceschini affinché la assegnasse a Dhi. «La decisione dell’assegnazione formale al nuovo ente che subentrerà nella Certosa alla Congregazione Cistercense di Casamari spetta all’onorevole Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali della Repubblica italiana – si legge nella lettera di Martino al papa –. Ciononostante, i restanti tre monaci della Certosa di Trisulti si sono, in modo insolito, rivolti direttamente a lei, santo padre, chiedendole di indicare una comunità che prenderà il loro posto quando se ne andranno. Alla luce di questo appello inatteso, vorremmo accelerare la procedura di assegnazione e poiché lei è stato pubblicamente coinvolto, le chiedo di pronunciarsi, qualora decidesse di farlo, a favore della candidatura del Dhi. In risposta a questo appello pubblico, santità, Le chiedo umilmente che il cardinale segretario di Stato (Pietro Parolin, ndr) scriva, a suo nome, al ministro Dario Franceschini, comunicandogli che è suo desiderio che la Certosa di Trisulti passi all’Istituto Dignitatis Humanae». Il pontefice, a quanto se ne sa, nemmeno rispose.
Ma al secondo tentativo Dhi, nel 2018, ha vinto il bando pubblico, che metteva sul mercato la certosa di Trisulti, restituita al Mibac dai monaci cistercensi per problemi economici.
La protesta dei cittadini, un successo
Subito si è messo in moto il territorio, con due marce, a dicembre 2018 e a marzo 2019, promosse da Comunità solidali e dal Comune di Collepardo, per scongiurare l’arrivo dei teocon e lo snaturamento della certosa. E poi la sinistra, locale e nazionale, con un’interpellanza parlamentare di Nicola Fratoianni (Liberi e Uguali), che rilevava le irregolarità ora sanzionate dal Mibac (v. Adista Notizie n. 5/19) e che ora può esultare: «L’avvio dell’iter di revoca è una bellissima notizia. È una vittoria della legalità, del buonsenso e delle popolazioni di quel territorio che si erano viste scippate un bene comune di cosi inestimabile importanza e bellezza», dichiara Fratoianni.
Entro metà luglio la revoca dovrebbe essere operativa. Anche se poi Dhi – come Harnwell ha lascianto intendere – potrebbe fare ricorso e quindi far allungare i tempi per la riconsegna delle chiavi della Certosa al Ministero. Intanto su Trisulti stanno anche indagando sia la Corte dei Conti – sotto la lente dei magistrati amministrativi ci sono le garanzie finanziarie assicurate da Bannon & Co. – sia la Procura di Frosinone, come spiega l’associazione Articolo 21, anche per correggere le notizie, peraltro alimentate dalla stessa Articolo 21, su una presunta perquisizione della Digos nella redazione della trasmissione della Rai Report, che aveva mandato in onda un’inchiesta sull’affidamento della certosa a Dhi. «Si è chiarito che la Digos non era coinvolta nelle indagini – si legge in una nota di Elisa Marincola, di Articolo 21 –: il funzionario che si è presentato a via Teulada è stato un componente della Digos per diversi anni e attualmente collabora con la Procura di Frosinone, che, ed è un fatto sicuramente positivo, vuole verificare se ci siano estremi di reato intorno alla stesura dei documenti presentati a suo tempo dalla Dignitatis Humanae Institute per ottenere la gestione della certosa di Trisulti».
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