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"Un'analisi sanitaria del genocidio di Gaza": il position paper di un'organizzazione di Israele

Segnaliamo, nel link in calce a questa presentazione, il position paper di Physicians for Human Rights Israel (PHRI) – in una traduzione diffusa dall’organizzazione umanitaria Medici per i Diritti Umani – dal titolo: “Distruzione delle Condizioni di Vita: Un'Analisi Sanitaria del Genocidio di Gaza”.

PHRI è un'organizzazione israeliana per i diritti umani, impegnata a promuovere il diritto alla salute per quelle persone che vivono sotto il controllo israeliano (palestinesi in Cisgiordania e a Gaza, persone prive di status legale in Israele, detenuti e detenute nelle carcerari israeliane, ecc.).

Da oltre 37 anni, PHRI documenta "dall'interno" le violazioni dei diritti umani commesse da Israele, denuncia l’occupazione e l’apartheid che minacciano strutturalmente il diritto alla salute e la dignità del popolo palestinese.

Il position paper è dedicato a medici e operatori sanitari di Gaza, alle equipe umanitarie e a quanti continuano a prestare cure sotto il fuoco israeliano, «rischiando la vita e condividendo con i propri cari la sofferenza del genocidio».

Il position paper di PHRI è stato pubblicato a luglio 2025, accusa Israele di genocidio a Gaza ai sensi della Convenzione del 1948. Punta il dito sulla distruzione deliberata e scientifica del sistema sanitario e, in generale, delle condizioni che rendono possibile la vita a Gaza. Ricorda, inoltre, che il popolo palestinese di Gaza è arrivato a questo genocidio già fiaccato da decenni di impoverimento e blocco imposto da Israele che, tra l’altro, hanno indebolito il sistema sanitario molto prima del tragico 7 ottobre.

Dall’inizio della recente campagna militare, secondo il position paper Israele ha attaccato in maniera mirata gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza, rendendoli inagibili con bombardamenti, assedi ed evacuazioni forzate. Ha ucciso o incarcerato oltre 1.800 operatori sanitari, decimando la capacità medica nella Striscia. Ha bloccato le forniture di materiale sanitario. Queste iniziative hanno provocato una crisi umanitaria senza precedenti, con fame, malattie dilaganti e impossibili da curare, distruzione di infrastrutture igienico-sanitarie, abitative ed educative. Un sistema sanitario ridotto al collasso è incapace di curare, per questo occorre aggiungere alle circa 60mila vittime di aggressione militare anche l’impennata di morte per malattie, anche comuni, per ferite mal curate, per mortalità materna e infantile.

Secondo l’organizzazione umanitaria questi atti non sono accidentali ma fanno parte di una strategia deliberata per demolire la società palestinese a Gaza. Si configura, spiega il documento, un intento genocidario – peraltro confutato da impunite dichiarazioni di rappresentanti del governo israeliano – in ragione della violazione lampante degli articoli II(a) (uccisione), II(b) (danno fisico/mentale) e soprattutto II(c) (infliggere condizioni di vita distruttive) della Convenzione sul Genocidio.

Il documento si chiude con un appello disperato alla comunità internazionale e agli organismi internazionali affinché pongano fine al genocidio in corso a Gaza.

Scarica il position paper nella tradzione in italiano di MEDU


* Foto di Mohammed Ibrahim su Unsplash

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