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Giornata contro la violenza sessuale nei conflitti: i dati allarmanti diffusi dall'Iriad

Giornata contro la violenza sessuale nei conflitti: i dati allarmanti diffusi dall'Iriad

Domani, 19 giugno, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti armati, istituita dall’Onu nel 2015 per denunciare con forza l’abominevole e ancora diffusa pratica dell’abuso sessuale come strategia di guerra, condannata dall’Onu stessa nel 2008 con una forte risoluzione adottata appunto il 19 giugno di quell’anno

«L’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo – chiarisce il vicepresidente Maurizio Simoncelli – si occupa da anni non solo della produzione e della commercializzazione delle armi, ma anche dei conflitti e delle relative violazioni dei diritti umani perpetrate non di rado sotto la minaccia delle armi stesse». E così, in occasione della Giornata 2019, l’Istituto ha predisposto una sintesi dei dati forniti dal Dossier del Segretario generale delle Nazioni Unite sullo stato dell’arte, nonché un’infografica in grado di mostrare la gravità e l’estensione del problema, radicato ad ogni latitudine a causa proprio dei numerosi “conflitti dimenticati” soprattutto in Africa, Asia e America Latina.

«Il concetto di violenza sessuale legata al conflitto – spiega la sintesi di Archivio Disarmo – indica un insieme diverso di crimini. Esso si riferisce a stupri, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, aborto forzato, sterilizzazione forzata, matrimonio imposto e a qualsiasi altra forma di violenza sessuale perpetrata a danno di donne, uomini, ragazze o ragazzi e direttamente o indirettamente legata a un conflitto». E se i responsabili sono spesso soldati regolari, miliziani ribelli, affiliati a bande o a organizzazioni terroriste, le vittime sono perlopiù donne, adulte o minori, appartenenti a minoranze religiose, etniche, sessuali o politiche. La violenza sessuale è spesso utilizzata come mezzo di propagazione del terrore, di controllo sociale delle opposizioni, o addirittura per cancellare geneticamente le minoranze etniche.

Nell’infografica i casi registrati nel 2017 in Congo (804), Centrafrica (308), Libia, (117), Sud Sudan (199), Somali (329) e Mali (16).

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