
Global climate strike: gli evangelici italiani a fianco di Greta
la Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha aderito allo sciopero globale per il futuro: «Con i e le giovani chiediamo che il Governo dichiari l’emergenza climatica i cittadini e le cittadine vengano informati sulla gravità della situazione climatica», scrive l'organismo. «Nella settimana tra il 20 e il 27 settembre (in Italia sarà venerdì 27) si svolgerà il terzo sciopero globale per il futuro – dice la Glam -, globale come si definisce l’economia neoliberista messa in atto circa quaranta anni fa proprio per sganciare l’economia da ogni responsabilità e vincolo di giustizia economica, sociale e climatico-ambientale».
«In molti paesi, movimenti e cittadini stanno citando in giudizio Stato, istituzioni e imprese per costringerli ad attuare politiche rispettose dell’ambiente e sostenibili – afferma la Commissione Globalizzazione e ambiente -. Nelle bozze dei piani nazionali energia e clima 2021-2030 l’Italia è stata criticata dalla Commissione europea tra l’altro per la ambiguità della sua politica energetica».
Per questo motivo la Glam, in occasione della settimana mondiale per la giustizia climatica ribadisce «il sostegno alle lotte di quanti si stanno opponendo, particolarmente nel Sud Italia, alla devastazione prodotta dalle trivellazioni o al trasporto di energie fossili; da decenni si battono perché la produzione non generi rifiuti e contro la obsolescenza programmata; denunciano la insostenibilità di un modello di mobilità basato sulla automobile di proprietà; difendono gli alberi e contribuiscono alla riforestazione; si impegnano contro la costruzione di opere pubbliche inutili e in contrasto con la emergenza di fermare il cambiamento climatico in atto».
Più in genrerale, secondo la Glam «occorre pensare ad un sistema economico non più centrato sul profitto di pochi ma sul soddisfare le necessità di tutti, al servizio delle persone e dell’ambiente, che rispetti i tempi e gli spazi della vita che non sono quelli del mercato».
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