
Spagna al voto. I socialisti: se vinciamo le elezioni rivediamo il Concordato con la Santa Sede
MADRID-ADISTA. «Denunceremo gli accordi fra Spagna e Santa Sede del 1979, che sono in continuità con il Concordato del 1953, a compimento del precetto costituzionale che stabilisce l’aconfessionalità dello Stato e la libertà religiosa». Il nuovo accordo deve essere «basato sul prinicpio di laicità, per mantenere relazioni di cooperazione moderna con la Chiesa cattolica». È quello che promette il programma elettorale dei socialisti spagnoli (Psoe) per le elezioni alle porte, il 10 novembre, nel capitolo intitolato “Qualità democratica e garanzia dei diritti e delle libertà della cittadinanza”. Vi si aggiunge un argomento molto delicato: il recupero dei beni immaatricolati dalla Chiesa. Assicura il programma: «Faremo una revisione delle operazioni che si sono basate sul privilegio di iscrivere beni, nel Registro della Proprietà, sulla base di semplici dichiarazioni dei propri stessi membri».
La richiesta di revisione degli accordi con la Chiesa non era presente nel programma delle elezioni svoltesi nell’aprile scorso, che annunciava solo di voler promuovere una Legge sulla Libertà di Coscienza e sullo sradicamento dell’intolleranza religiosa.
Ancora “ordinaria amministrazione” o un vero governo?
Sempre che stavolta Pedro Sánchez, che guida del Psoe, riesca a dar vita ad un governo. I risultati dell’imminente consultazione (la quarta in 4 anni) potrebbero decretare ancora lo stallo verificatosi dalla primavera passata, essendo stato il Psoe sì il partito più votato, ma anche bisognoso di allearsi a qualche altra forza per raggiungere una maggioranza parlamentare che gli consentisse di governare. In tanti mesi, diuturne trattative non gli hanno consentito di convincere né la formazione progressista Unidas Podemos né il liberale Ciudadanos a prender parte al suo Esecutivo.
Un sondaggio realizzato dal 16 al 25 ottobre non indica significativi cambiamenti: un piccolo calo per il Psoe (da 28,7% a 27,5); una crescita del Partito Popolare (da 16,7 a 23) ma a danno di Ciudadanos (da 15,9 a 9); e snellimento anche di Unidas Podemos (dal 14,3 al 12,1), mentre, sull’altro fronte, c’è da segnalare un incremento di voti da parte del partito di estrema destra e sovranista Vox (dal 10,3% all’11,3), che "rischia" di diventare la terza forza politica del Paese. E quale sarà, nelle urne, l’effetto dell’annuncio di rivisione del Concordato è tutto da vedere.
*Pedro Sánchez, qui con Patxi López del Partido Socialista di Euskadi-Euskadiko Ezkerra (PSE-EE). Foto di Euskal Sozialistak, tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza
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