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Inchiesta di "Famiglia Cristiana" sulla droga a Roma e sull'opera di prevenzione delle parrocchie

Il settimanale dei paolini Famiglia Cristiana, da oggi in edicola, torna sul caso Luca Sacchi (il 24enne ucciso il 23 ottobre scorso) con l’inchiesta “Droga Capitale”, che racconta «una metropoli che figura al primo posto in Italia e tra le prime in Europa per reati connessi al traffico di stupefacenti». Il dossier – che porta la firma di Annachiara Valle – sottolinea lo stato di abbandono delle periferie, l’assenza di servizi e di forze dell’ordine, la diffusione delle droghe, la microcriminalità e la violenza, ma anche l’infaticabile lavoro di educazione condotto dalle parrocchie per restituire speranza ai territori e sottrarre i soggetti più a rischio, i giovani, al degrado e alla malavita.

L’inchiesta di Famiglia Cristiana raccoglie, dunque, anche le voci di diversi sacerdoti in prima linea sulla frontiera romana. Tra loro, p. Giovanni Ferraresso, parroco di San Cleto (vicino San Basilio), che elogia il «bel segnale» lanciato dalla madre che ha denunciato suo figlio Valerio Del Grosso, presunto assassino di Luca: «La cosa positiva, in tutta questa tragedia, è che si sta capendo, grazie anche a questa mamma, che difendere i figli significa anche far assumere loro le responsabilità». C’è poi mons. Giampiero Palmieri, vescovo ausiliare del settore Est, che – celebrando messa proprio sulla piazza dell’omicidio – ha lanciato l’allarme su Roma, «capitale europea della cocaina e del riciclaggio di denaro sporco».

Luca era un ragazzo pulito e «non bisogna accostare al nome di mio figlio quello della droga», ripete addolorato il padre. Eppure, scrive Famiglia Cristiana, «è sempre più probabile che sia stata proprio la compravendita di stupefacenti la causa dell’assassinio. Non si trova lo zainetto della fidanzata, che i testimoni dicono di aver visto pieno di soldi e non si trova la pistola con la quale Luca è stato ucciso e che sembra portare alla pista del clan dei calabresi di San Basilio».

Intanto proseguono le retate nei luoghi della movida romana e le forze dell’ordine promettono una maggiore e visibile presenza nelle zone a rischio. Lo stesso mons. Palmieri ritiene necessario il maggior coinvolgimento delle istituzioni per una città «che è un luogo di grande umanità, ma anche di grande violenza». Il cardinale vicario Angelo De Donatis invita alla preghiera «perché la nostra città di Roma possa ritrovare vie di pace e di riconciliazione».

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