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Ecoteologia di liberazione. L’etica della cura

Ecoteologia di liberazione. L’etica della cura

Tratto da: Adista Documenti n° 42 del 07/12/2019

Fin dalla sua fondazione come scienza da parte di Ernst Haeckel nel 1866, l'ecologia ha registrato un grande sviluppo, attraverso il passaggio dall'ecologia ambientale a quella sociale, politica, mentale e infine all'ecologia spirituale. Due documenti sono fondamentali: la Carta della Terra, adottata dall'Unesco nel 2003, e l'enciclica di papa Francesco Laudato si’: sulla cura della Casa Comune (2015) con la sua ecologia integrale.

La Carta della Terra, nella Conclusione, avvisa: «Come mai prima nella storia, la realtà del nostro comune destino ci invita a cercare un nuovo inizio. Ciò richiede un cambiamento nella mente e nel cuore». Non si tratta di riforme ma di un nuovo inizio, di una nuova civiltà. Per questo è necessario:

cambiare la mente, che significa non considerare più la Terra come qualcosa di inerte (semplice res extensa), ma come Gaia, un superorganismo vivente che si autoregola attraverso al connessione tra la sfera fisica, quella chimica e quella ecologica per preservare la vita sul pianeta;

cambiare il cuore, che significa riscattare l'intelligenza sensibile o “cordiale”, ovvero l’intelligenza del cuore rimossa nei tempi moderni. Si tratta di un'intelligenza più ancestrale (risalendo a 220 milioni di anni fa, quando sono emersi i mammiferi) di quella razionale e analitica (di 8-10 milioni di anni fa) che predomina nella nostra cultura e con la quale organizziamo e sovra-sfruttiamo la natura. Tale intelligenza deve essere Completata con l’intelligenza cordiale. È questa a costituirne il contrappunto, è in essa che risiede la sensibilità, l’amore, la compassione, l’etica e la spiritualità. Ed è ancora questa che ci consente – come scrive papa Francesco nella sua enciclica ecologica – «di fare nostra la sofferenza del mondo», unendo «il grido dei poveri con il grido della Terra» (n. 49). Se non soffriamo con la Madre Terra, come potremo prendercene cura nello stesso modo in cui lo facciamo con le nostre madri?

Dalla ragione “cordiale” nascono atteggiamenti di rispetto, di compassione con la natura che soffre e di amore per tutti gli esseri. Senza la sensibilità del cuore e solo con la fredda ragione strumentale-analitica, continueremo a depredare la Terra vivente e i suoi beni naturali, mettendo in pericolo il futuro della vita e della nostra civiltà. Senza il cuore la ragione impazzisce.

Per il nostro tema, grande importanza assume l'ecologia integrale-spirituale, l'ultima parte dell'enciclica ecologica di papa Francesco (nn. 216-221), chiamata anche “ecologia profonda” in quanto ci fa comprendere la nostra appartenenza a questo pianeta e anche all'intero universo. Siamo fatti degli stessi elementi fisico-chimici che si sono formati milioni e milioni di anni fa nel cuore delle grandi stelle rosse, le quali, quando sono esplose, hanno lanciato tali elementi in tutto lo spazio, dando origine alle galassie, alle stelle, al sole, alla nostra Terra, a ognuno di noi.

Il pianeta Terra fa parte dell'immenso universo che esiste da 13,7 miliardi di anni. È sorto 4,45 miliardi di anni fa e dista 28.000 anni luce dal centro della nostra Via Lattea, all'interno di un braccio della spirale di Orione.

È un pallido punto blu, perso tra miliardi e miliardi di galassie, stelle e pianeti. Ma è la nostra Casa Comune, qui viviamo, da qui pensiamo e contempliamo la grandiosità dell'universo nella sua splendente armonia.

Il grande fisico e cosmologo inglese Stephen Hawking afferma nel suo Dal big bang ai buchi neri che, se una delle quattro energie fondamentali, la gravità, che attira tutti gli esseri, fosse stata appena un pochino più forte, ci sarebbe stato un susseguirsi di esplosioni e nessun essere si sarebbe potuto formare. Allo stesso modo, se fosse stata un pochino più debole, non ci sarebbe stata abbastanza densità per formare le stelle e di conseguenza la Terra, e noi non saremmo qui a scrivere tutto questo. Le quattro misteriose energie, quella gravitazionale, quella elettromagnetica, quella nucleare debole e quella nucleare forte, che agiscono sempre in connessione, sarebbero, secondo il grande cosmologo Brian Swimme, il modo in cui opera lo spirito ordinatore e intelligente dell'universo (The Universe Story, 1992). Terra e Umanità costituiscono una grande e complessa unità. Lo testimoniano gli astronauti che hanno potuto vedere la Terra della Luna o dalle loro astronavi. Tutti lo confermano: «Da quassù, non c'è separazione tra Terra e Umanità; formano un'unica entità» (F. White, The Overview Effect, 1987).

Pertanto, possiamo affermare che l'essere umano è la porzione della Terra che sente, pensa, ama e venera. Per questo la parola “umano” proviene da humus, terra fertile e buona, e Adamo in ebraico viene da adamah, terra arabile. L'ecologia integrale e la teologia della liberazione hanno qualcosa in comune: entrambe iniziano da un grido. L'ecologia dal grido della Terra, degli esseri viventi, delle foreste, delle acque, dei suoli e dell'aria, aggrediti dal tipo di crescita materiale illimitata che non rispetta i limiti della Terra. La teologia della liberazione dal grido dei poveri economici, delle classi sfruttate, delle culture umiliate, dei neri discriminati, delle donne oppresse dalla cultura patriarcale, delle persone lgbt e dei disabili.

Tutti soffrono l’oppressione e gridano per ciò che viene loro negato: la liberazione. Da questa tribolazione sono nate le varie tendenze della teologia della liberazione, allo stesso modo di quelle dell'ecologia di cui sopra: una teologia della liberazione dei lavoratori sfruttati, una teologia femminista, una indigena, una nera, una culturale, una pastorale, tra le altre. In tutte esse è sempre il relativo soggetto oppresso il protagonista principale della corrispondente liberazione.

Già negli anni '80 era chiaro ai teologi e teologhe della liberazione che la logica di sfruttamento della classe operaia e delle classi impoverite è la stessa alla base della devastazione della natura e della Terra. È noto, ma è necessario ripeterlo, che il segno distintivo della teo logia della liberazione è l'opzione per i poveri, contro la povertà e in favore della loro liberazione.

Nella categoria “poveri” deve essere incluso il Grande Povero che è la Terra, come afferma papa Francesco nella sua enciclica, perché «non abbiamo mai maltrattato e ferito la Madre Terra come negli ultimi due secoli» (n. 53). Pertanto, non è stato per fattori estrinseci che la teologia della liberazione ha incorporato il discorso ecologico, ma in linea con la propria logica interna che conferisce centralità ai poveri e agli oppressi.

È anche evidente che è lo stesso sistema industriale con il suo modello di produzione capitalista nella sua espressione politica, il neoliberismo, che produce il grido della Terra e il grido del povero. Se vogliamo la liberazione di entrambi, dobbiamo superare storicamente tale sistema, contrapponendo ad esso un altro paradigma amico della Terra e liberatore degli oppressi.

Il paradigma strutturante del mondo moderno, il potere come dominio su tutto e tutti ha acquistato la sua massima espressione nel sistema e nella cultura del capitale, produttore di disuguaglianze (dell'ingiustizia sociale e di quella ecologica), individualista, accumulatore, competitivo ed escludente. Ad esso dobbiamo allora contrapporre un altro paradigma, quello della cura.

La cura più che una virtù è un nuovo paradigma di relazione con la natura e la Terra, non aggressivo, amico della vita e sempre in relazione con tutti gli esseri. Se il paradigma dominante è, figurativamente, il pugno chiuso per sottomettere e dominare, il paradigma della cura è la mano aperta pronta a intrecciarsi con altre mani e proteggere la natura e la Terra. Oggi più che mai abbiamo bisogno di coltivare il paradigma e l'etica della cura, perché tutto è in qualche modo tras-curato. Ci prendiamo cura di tutto ciò che amiamo. Amiamo tutto ciò che curiamo. È la cura che genera una cultura di solidarietà contro la competizione, di condivisione contro l'individualismo, di moderazione contro la violazione di limiti insormontabili, del consumo sobrio e condiviso contro il consumismo e lo spreco. È la cura che ci porta ad accompagnare gli oppressi nelle loro lotte e a preservare la vitalità degli ecosistemi concedendo riposo e pace alla Madre Terra.

Gran parte della biodiversità e dei fattori chimico-fisici che sostengono la vita stanno vivendo un processo di erosione (acqua, suoli, climi, microrganismi, fibre, sementi, foreste, ecc.). I livelli di povertà stanno pericolosamente aumentando in tutto il mondo così come gli eventi naturali estremi. Corriamo il rischio di una guerra nucleare mondiale, specialmente attraverso l'intelligenza artificiale autonoma che può scatenare una guerra senza che l’essere umano venga consultato. Ciò implicherebbe la fine della specie umana e della vita sulla Terra. La Terra andrebbe avanti, coperta di cadaveri, senza di noi.

Solo l'inclusione della cura come paradigma in grado di trasformarsi in cultura, etica e spiritualità può – nelle parole dell'enciclica papale Laudato si' – «alimentare una passione per la cura del mondo», una mistica che «dà impulso, motiva, incoraggia e dà senso all'azione personale e comunitaria» (n. 216).

L'eco-teologia della liberazione è chiamata a contribuire con i valori del rispetto, della venerazione e della cura che sono caratteristici della fede gesuanica e cristiana, valori fondamentali per un'ecologia integrale salvifica e liberatrice.

Infine, un'eco-teologia della liberazione testimonia, tra le sinistre minacce che incombono sul futuro della vita e della Madre Terra, la speranza e la certezza che Dio è «amante della vita» (Sap 11,26; Laudato si’, Nn. 77 e 89) e non permetterà che questa sacra eredità, la vita umana, assunta dal Figlio di Dio e permeata dallo Spiritus Creator, sia completamente distrutta e scompaia dalla faccia della Terra. 

Leonardo Boff è ecoteologo, filosofo e scrittore brasiliano.

* NASA/JPL-Caltech, PIA21421 - Abstract Concept of TRAPPIST-1 System immagine originale [ritagliata] del 2017 tratta da it.wikipedia.org, Free Creative Commons licenses

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