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L'Italia alla

L'Italia alla "conquista" dell'Africa

«Se guerra globale al terrorismo e alle migrazioni è il leit motiv di tutte le dichiarazioni ufficiali del Governo, è un dato di fatto che la penetrazione militare-civile italiana nel Sahel risponde agli interessi delle grandi aziende a capitale pubblico e privato impegnate nella ricerca-sfruttamento degli idrocarburi e dei minerali strategici. L’ENI e le aziende partner non intendono replicare la figuraccia fatta in Libia a partire del 2011: ecco allora che in nome del Sistema paese, sempre più militari e fondi allo sviluppo vengono destinati dall’Italia agli autoritari governi dei poverissimi paesi del Sahel e dell’Africa occidentale». Questo è il fulcro dell’articolo di Antonio Mazzeo, “L’Italia e il Niger. A scuola di guerra…”, che sarà pubblicato su Mosaico di pace (11/12/19).

«Il sistema Italia prova a conquistarsi un posto al sole nell’Africa sub-sahariana. L’8 ottobre scorso, il Comando Operativo Interforze della Difesa ha firmato a Niamey una convenzione quadro con il Segretariato Permanente del “G5 Sahel”, l’organizzazione che dal 2014 vede gli Stati africani di Mauritania, Niger, Burkina Faso, Mali e Ciad cooperare congiuntamente in ambito strategico-militare nella regione del Sahel».

«L’Italia sosterrà le attività formative promosse dal “Collège de Défense du G5 Sahel”, la scuola di guerra con sede in Mauritania che ha il compito di formare i quadri militari delle forze armate saheliane. Primo step della partnership l’assegnazione al College di due ufficiali-docenti inquadrati nella MISIN, la Missione Bilaterale di Supporto in Niger che ha preso il via il 15 settembre 2018 e che, nelle dichiarazioni del Ministero della difesa, è “finalizzata a supportare l’apparato militare nigerino, concorrere alle attività di sorveglianza delle frontiere e rafforzare le capacità di controllo del territorio dei Paesi del G5 Sahel”». Alla missione in terra africana sono assegnati attualmente 470 militari, 130 mezzi terrestri e due aerei. MISIN opera in stretto collegamento operativo e strategico con le unità da guerra degli Stati Uniti d’America dislocate in Niger e poste sotto il controllo di US Africom».

*Foto tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza

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