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Il presidente di Israele invita papa Francesco a Gerusalemme

Il presidente di Israele invita papa Francesco a Gerusalemme

Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha invitato papa Francesco a visitare Gerusalemme. L’invito, espresso ieri 30 dicembre, durante la tradizionale cerimonia di augurio e di accoglienza dei capi delle confessioni cristiane, è a partecipare nel 2020 all’apertura della celebrazione della “Terra di Monasteri”, un vasto progetto per rendere accessibili a cristiani e pellegrini di tutto il mondo vecchie chiese e monasteri. Alla cerimonia hanno preso parte il patriarca greco ortodosso Teofilo III di Gerusalemme; il patriarca latino recitante di Gerusalemme; il rappresentante del Patriarcato armeno; capo dell'Ordine francescano a Gerusalemme, il Custode di Terra Santa; e il patriarca della Chiesa cattolica greco-melchita di Akka.

«Come guardiani di Gerusalemme e della Terra Santa, lo Stato di Israele è impegnato nel rispetto della libertà religiosa», ha osservato il presidente, che ha informato: «Come parte dell'impegno di Israele per garantire l'accesso ai  luoghi santi, sono felice di aggiornarvi sul fatto che, per la fine del 2020, finiremo di bonificare da tutte le mine la Terra dei Monasteri. Il numero di pellegrini cristiani in Terra Santa è già in aumento ogni anno. Proprio quest'anno, circa 900.000 pellegrini hanno visitato la Terra dei Monasteri». «Questo progetto sarà positivo per tutti: cristiani, musulmani ed ebrei, israeliani, palestinesi e giordani», ha commentato Rivlin. «Dobbiamo ricordare che non siamo condannati a vivere insieme, siamo destinati a vivere insieme, e quindi dobbiamo avanzare iniziative a beneficio di tutti noi». «Non sorprende – ha aggiunto – che sia la tradizione ebraica che quella cristiana condividano le “feste della luce” (il periodo del Natale dei cristiani, ndr), la luce della fede e della speranza anche di fronte all'oscurità».

Il presidente ha ricordato ai capi delle denominazioni religiose il quinto Forum mondiale sulla Shoah che si terrà a Gerusalemme il 23 gennaio per commemorare presso lo Yad Vashem il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, al quale interverranno i presidenti di Italia, Francia, Germania e Austria. Un’occasione, ha detto, per «invocare tutta l'umanità a preservare la memoria dell'Olocausto e combattere l'antisemitismo e l'odio. Apprezzo profondamente le recenti osservazioni di Papa Francesco, secondo cui la persecuzione antiebraica non è né umana né cristiana, così come le dichiarazioni di altri leader cristiani contro il crescente antisemitismo. Queste voci, questi messaggi sono cruciali per l'umanità. Proprio come il pregiudizio antiebraico non è cristiano, il pregiudizio anticristiano non è ebreo. Dobbiamo raccomandarci di contrastare tutti gli atti di odio, incitamento e violenza, tra comunità religiose a Gerusalemme e in Terra Santa. Purtroppo, anche quest'anno, i cristiani sono stati uccisi in Medio Oriente, semplicemente per aver mantenuto la loro fede. Gerusalemme deve servire da modello per la pace e l'armonia tra le religioni».

*Città Vecchia di Gerusalemme, tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza

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