
Sarah, Ratzinger e il libro della giungla vaticana
Tratto da: Adista Notizie n° 3 del 25/01/2020
40101 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Al netto delle riflessioni – numerosissime, variamente sfaccettate ma tutte necessarie – sul contenuto del libro Des profondeurs de nos coeurs (editrice Fayard), scritto (a due mani?) dal card. Robert Sarah e da Joseph Ratzinger, che in questi giorni stanno riempiendo le pagine dei giornali, delle riviste specializzate, del web, dei social media, ciò che resta del cosiddetto liber-gate è la sensazione di un’operazione mal riuscita da parte del cardinale prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti – personaggio che sintetizza quanto di più anti-bergogliano (ma formalmente rispettoso dell’istituto pontificio) possa esistere (v.qui). In sostanza, Sarah avrebbe cercato di attirare l’attenzione su un tema, quello del celibato sacerdotale, che simbolicamente funziona come vessillo intorno al quale radunare le forze conservatrici o ultraconservatrici della Curia romana e della Chiesa, sotto il patronato del “papa emerito”. Le virgolette sono d’obbligo, perché, come ha messo bene in luce lo storico della Chiesa Massimo Faggioli in un articolo sul National Catholic Reporter (14/1), si tratta di «un titolo che Benedetto XVI ha creato per sé dopo la sua decisione di dimettersi», un’istituzione improvvisata senza una tradizione su cui poggiare, la cui regolazione è stata interamente lasciata a lui stesso e che in questi anni più volte ha generato disfunzioni, rendendo la transizione tra Ratzinger e Bergoglio incompiuta.
In questa vicenda, tuttavia, il “come” è importante almeno quanto il “cosa”. I numerosi e successivi colpi di scena hanno messo in luce infatti un modus operandi quanto meno opaco, frutto di un disegno nel quale non è chiara la percentuale di responsabilità dell’uno e dell’altro personaggio, se si tratti di una strumentalizzazione dell’uno (Sarah) nei confronti dell’altro, o se entrambi, in un gioco delle parti delle quali il pubblico è solo spettatore, sapessero benissimo come muoversi.
Qualche risposta potrebbe venire dalla conoscenza dei rapporti formali che legano Ratzinger all’editore francese: qualsiasi editore, interrogato in materia, affermerebbe che due coautori sono tenuti alla stipula di un contratto che regola proprietà intellettuale, cessione dei diritti, pubblicazione all’estero, compensi e quant’altro. Se si è disposti ad accettare la buona fede di Ratzinger (i cui testi peraltro sono stati scritti e rivisti da lui, come dimostra il carteggio pubblicato su Twitter da Sarah, piccato per l’accusa di aver “manipolato” il “papa emerito”) bisogna allora ritenere che l’editore sia andato contro le regole, accordandosi col solo Sarah – il quale avrà garantito il placet dell’ex papa – e sfruttando il fatto che il nome di Ratzinger in copertina come co-autore avrebbe funzionato da detonatore di vendite, centuplicandole, di un volume destinato altrimenti ad essere acquistato da un pubblico di lettori di nicchia. Forse non aveva fatto bene i conti con il polverone che ne sarebbe nato e con l’effetto boomerang che avrebbe travolto Ratzinger e lo stesso Sarah, il quale, con questa vicenda, potrebbe essersi bruciato una potenziale futuribile candidatura al soglio pontificio.
Se invece Ratzinger avesse firmato un contratto come coautore, la sua posizione si aggraverebbe: non solo perché interferirebbe consapevolmente e ufficialmente nell’unico valido magistero (si firma come Benedetto XVI), quello di Francesco, ma anche perché avrebbe mentito sul suo reale coinvolgimento in tutta l’operazione.
Manovre editoriali
Non potendo cambiare in corso d’opera la copertina, l’editore amico di Sarah, Nicolas Diat, ha garantito che la seconda edizione riporterà come unico autore Sarah, con la dicitura “con un contributo di Benedetto XVI”), e così uscirà in Italia, con l’editore Cantagalli. Negli Stati Uniti la pubblicazione è prevista per il 20 febbraio, con la Ignatius Press del gesuita di “destra” p. Joseph Fessio, presieduta da Mark Brumley che ha dichiarato, in un comunicato, che l’editrice «ha pubblicato il testo così come ricevuto dall’editore francese Fayard. Fayard è l’editore con cui abbiamo collaborato ad altri tre titoli del cardinale Sarah. Il testo che abbiamo ricevuto – prosegue Brumley – indica che i due autori sono Benedetto XVI e il cardinale Sarah. Questo testo mostra anche che Benedetto XVI è stato coautore di un’introduzione e di una conclusione insieme al cardinale Sarah, nonché autore del capitolo sul sacerdozio, in cui descrive come i suoi scambi con il cardinale Sarah gli abbiano dato la forza di completare ciò che sarebbe rimasto incompiuto. Dato che, stando al carteggio di Benedetto XVI e alla dichiarazione di Sarah, i due hanno collaborato a questo libro per diversi mesi; che nessuno dei saggi è apparso altrove e che un’opera comune definita dal Chicago Style of Style è “un’opera redatta da due o più autori con l’intenzione di fondere il loro contributo in parti inseparabili o interdipendenti di un insieme unitario”, Ignatius Press considera questa una pubblicazione coautorale. Il cardinale Sarah indica che il contenuto del libro rimane invariato. Quel contenuto, come notato, include un’introduzione coautorale, un capitolo di Benedetto XVI e una conclusione coautorale di Benedetto XVI e del cardinale Sarah».
Boom di vendite
La questione, insomma è tutt’altro che semplice, anche a voler solo considerare l’aspetto editoriale. Tuttavia, il risultato oggettivo di questi giorni di caos – nei quali si è parlato di tutto, dalle questioni più squisitamente teologiche riguardanti il sacerdozio dei viri probati e il celibato obbligatorio alla necessità di definire giuridicamente l’istituto del “papa emerito”, dalla corsa “politica” di Sarah al ruolo svolto dal segretario personale di Ratzinger, mons. Georg Gänswein, suo portavoce, fino alle illazioni riguardo alla prossima uscita dell’Esortazione post-sinodale di Francesco, che dovrebbe dire la parola tanto attesa sull’ordinazione dei viri probati – è che il libro, già uscito in Francia, è al primo posto nelle vendite. E lo è anche negli Stati Uniti, dove manca ancora un mese alla sua pubblicazione.
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