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L'Italia, la Libia e i danni del governo giallo-verde:

L'Italia, la Libia e i danni del governo giallo-verde: "Famiglia Cristiana" intervista Paolo Gentiloni

«Nei 14 mesi del Governo Lega-5 Stelle l’Italia ha un po’ lasciato andare il dossier Libia sia sul piano della cooperazione economica che su quello dell’impegno umanitario relativo ai campi e ai rifugiati». Parola di Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, ex presidente del Consiglio ed ex ministro degli Esteri italiano, intervistato dal settimanale dei Paolini Famiglia Cristiana sul numero oggi in edicola. Sotto il governo giallo-verde, denuncia ancora Gentiloni, «la mancanza di iniziativa italiana, il passo indietro degli Stati Uniti e un certo nostro isolamento in Europa hanno portato, purtroppo, a un ridimensionamento clamoroso della nostra influenza in Libia». Un «disimpegno» che segue ad anni di coinvolgimento internazionale, e che oggi «è motivo di grande rammarico».

La Libia non può rimanere terreno di scontro tra due o più fazioni rivali, rispettivamente sotto l’influenza di diverse potenze straniere, perché lo Stato nordafricano così diviso e conflittuale rischia di destabilizzare tutta la regione. Non basta dunque un armistizio o una tregua, afferma Gentiloni, ma occorre «trovare una chiave per impedire la separazione», «una strada che cerchi di ricostruire un’unità tra le diverse tribù e milizie libiche e che faccia di queste diverse componenti i protagonisti di un nuovo progetto unitario».

Sono numerosi i temi trattati dall’intervista di Famiglia Cristiana a Paolo Gentiloni: la situazione in Medio Oriente dopo l’aggressione statunitense in Iraq; il ruolo dell’Europa negli scenari internazionali; la guerra dei dazi; il Green Deal e il ruolo europeo nella transizione ecologica; il patto di stabilità, con la promessa del commissario europeo a proporne la revisione: «Quelle regole sono nate in un momento di crisi economica e addirittura di rischio per la stabilità finanziaria dei nostri Paesi e della moneta unica. Dieci anni dopo ci troviamo in un contesto diverso. Gli alti debiti vanno sempre tenuti sotto controllo e fatti diminuire, ma abbiamo bisogno di regole che incoraggino crescita, investimenti, politiche espansive. Mi auguro di trovare le condizioni perché si vada in questa direzione».

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