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Il futuro del Medio Oriente in un mondo multipolare

Il futuro del Medio Oriente in un mondo multipolare

Il ritorno della Russia sullo scenario internazionale come potenza militare e l’avanzata della Cina come potenza economica mondiale: sono queste, spiega Mostafa El Ayoubi sul sito del settimanale comboniano Nigrizia, le principali ragioni geopolitiche che determinano oggi il logoramento dell’egemonia che gli Usa imposto al mondo in seguito caduta dell’Unione Sovietica.

In particolare, prosegue l’analisi, in questo mondo non più (solo) a stelle e strisce e dagli equilibri geopolitici mutati, il martoriato Medio Oriente potrebbe configurarsi come la «culla di un mondo multipolare». E spiega: «Il sostegno diplomatico di Russia e Cina al governo siriano contro la guerra per procura imposta dalla Nato (e dai suoi vassalli), ha rimesso in discussione l’interventismo militare unilaterale di questa macchina da guerra guidata dagli Usa. E ha segnato un punto di svolta il veto posto da Russia e Cina contro una risoluzione, proposta dal Marocco (a proposito di vassalli!) nel febbraio 2012, che avrebbe condannato Damasco». Il veto di Mosca e Pechino, secondo El Ayoubi, ha «interrotto un lungo ventennio di crociate Usa» (Iraq, Somalia, Serbia, Libia) e ha impedito alla Siria di fare la fine della Libia.

«Usa/Nato oggi non possono più intervenire “allegramente” dove e quando vogliono», prosegue il giornalista, «perché Russia e Cina stanno diventando molto influenti nello scacchiere politico internazionale e quindi stanno modificando le alleanze strategiche a loro favore». Proprio il Medio Oriente sarebbe dunque «il terreno sul quale sta germogliando una visione politica di un mondo multipolare che potrebbe mettere fine all’egemonia Usa/Nato». Al centro di questo «laboratorio di cambiamento geopolitico» secondo l’autore ci sarebbe l’Iran. «Da 40 anni Washington sta cercando invano di addomesticarlo attraverso una feroce guerra economica, mediatica e “diplomatica”». Invece di soccombere all’isolamento e alle sanzioni economiche, l’Iran ha saputo rimettersi in gioco, ha diversificato la sua economia, è oggi «il paese più avanzato della regione Medioriente/Golfo» ed è punto di riferimento «imprescindibile nello scacchiere mediorientale». Insomma, conclude l’analisi, «gli Usa non sanno come arginarlo» e non possono nemmeno “inventarsi” un’invasione militare, visto che Teheran gode del sostegno di Mosca e Pechino.

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