
Basta accordi con la Libia e corridoi umanitari europei: la proposta della società civile
Il governo italiano rinnova senza modifiche il Memorandum d'intesa Italia-Libia sul contenimento dei flussi migratori, sottoscritto dal premier Paolo Gentiloni il 2 febbraio 2017 e mai ratificato dal Parlamento, come era invece previsto dalla Costituzione. A ottobre, quando ancora si poteva evitare il rinnovo triennale automatico dell’accordo, l’associazionismo laico e religioso aveva chiesto al governo di mettere la parola fine su questa brutale forma di esternalizzazione delle frontiere europee, secondo Oxfam «una delle pagine più tristi e vergognose della nostra storia recente». E il governo aveva promesso delle modifiche, che poi non sono mai arrivate.
La Campagna #ioaccolgo – alla quale aderiscono, tra gli altri, Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Fcei, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, Legambiente, Oxfam, ReCoSol – condanna la decisione del governo di non prendere iniziativa, confermando di fatto la linea di “collaborazione” dettata 3 anni fa. «In un quadro simile – si legge in un comunicato di #ioaccolgo – qualsiasi governo serio deciderebbe di sospendere immediatamente l’accordo, mancando l’interlocutore con cui quell’accordo è stato contratto. E invece il la Farnesina interviene per dichiarare esattamente l’opposto e cioè che quel Memorandum rappresenta il quadro di riferimento per la collaborazione ancora in atto con la Libia sui temi migratori e che resterà in vigore fino a quando non saranno possibili interventi migliorativi».
E così il nostro governo, dopo aver tradito la promessa di cambiamento, continuerà a «finanziare la guardia costiera libica, per lo più formata da quegli stessi trafficanti che si dice di voler fermare, perché riporti i migranti in fuga nei lager dove sono sottoposti a ogni tipo di tortura e dove si può morire a causa dei bombardamenti».
La campagna chiede al contrario «l’evacuazione di tutti i migranti trattenuti nei centri libici, l’apertura di corridoi umanitari europei, il ripristino di un’operazione vera di soccorso in mare, un’Italia e un’Europa impegnate nell’accoglienza, il rispetto dei diritti umani fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita».
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