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PRIMO PIANO: Il valore deliberativo del documento sinodale

PRIMO PIANO: Il valore deliberativo del documento sinodale

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 8 del 29/02/2020

Il documento papale atteso a conclusione del Sinodo della Chiesa Amazzonica è stato finalmente pubblicato il 12 febbraio scorso. L’attesa era diventata impaziente, perché si era convinti che nella situazione in cui si trova la Chiesa cattolica nell’Amazzonia, caratterizzata da una forte carenza di preti e dall’impossibilità per molte comunità cristiane locali di partecipare all’Eucaristia domenicale, il documento papale avrebbe potuto dire una parola decisiva sul modo di superare tali difficoltà, confermando le decisioni del Sinodo in merito alla possibilità di ordinare preti «uomini idonei e riconosciuti dalle comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente riconosciuta e stabile” (n. 111 del documento approvato dal Sinodo). Si sperava anzi che il papa decidesse di intervenire sulle decisioni del Sinodo offrendone un’interpretazione estensiva, soprattutto per quanto riguarda i ministeri femminili (nn. 99-106), o forse anche prevedendo un atto di misericordia verso i sacerdoti che si sono sposati, riammettendoli all’esercizio del ministero al quale si erano sentiti chiamati.

Il silenzio dell’Esortazione apostolica post-sinodale su questi temi ha indotto molti allo scoraggiamento e ad affermare che il papa non avrebbe condiviso le aperture del Sinodo a questo riguardo, temendo minacce per l’unità della Chiesa e attendendo il maturare delle coscienze. Una tale delusione è risuonata nelle anticipazioni radio-televisive che hanno dato le prime notizie, e si è poi confermata nei titoli dei giornali e nell’opinione pubblica.

E tuttavia una maggiore attenzione al modo di pensare e di agire di papa Francesco ci può portare a conclusioni molto diverse. Egli conosce bene alcune parti del Concilio Vaticano II che non sono abbastanza presenti nella coscienza della Chiesa e nei diversi dibattiti. Sono le pagine che leggiamo nei paragrafi 4-11 della Gaudium et Spes, la Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Esse affermano come sia necessaria nell’evolvere dei tempi una riforma nella Chiesa. «L’umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti, che progressivamente si estendono all’intero universo» (GS 4). «Così il genere umano passa da una concezione piuttosto statica dell’ordine a una concezione più dinamica ed evolutiva; ciò favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove» (GS 5). In questo quadro, «le istituzioni, le leggi, i modi di pensare e di sentire, ereditati dal passato, sembra che non si adattino bene alla situazione attuale» (GS 7, sottolineatura mia). «Il popolo di Dio, mosso dalla fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore che riempie l’universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio» (GS 11). In ogni caso, «per svolgere questo compito, è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo» (GS 4).

Questa esigenza di riforma espressa dal Concilio Vaticano II deve comunque essere completata dalla prospettiva della sinodalità, cara a papa Francesco, per cui sono le Chiese locali che devono provvedere in prima istanza ai cambiamenti necessari, cambiamenti che porteranno i loro frutti negli anni e nei decenni futuri.

Un’analisi attenta del documento post-sinodale rileva l’insistenza con cui si esorta alla lettura del documento finale approvato dal Sinodo dell’Amazzonia e al compito delle Conferenze episcopali o dell’autorità che reggerà in maniera solidale la Chiesa amazzonica di tradurlo in pratica. Infatti i paragrafi 2-3 di Querida Amazonia vanno compresi come un’affermazione del valore di quel documento, per cui le decisioni del Sinodo approvate a maggioranza non hanno più valore soltanto consultivo ma autenticamente deliberativo e debbono essere applicate (QA 4).

La sinodalità tuttavia ha bisogno di tempo per essere compresa e messa in atto. Il papa lo sa molto bene, e anche per questo insiste sempre sul fatto che «il tempo è superiore allo spazio». La sua preoccupazione è quella di innestare processi di cambiamen- to che egli sa che esigono anni per venire approvati dalle Conferenze episcopali ed essere tradotti in pratica, per esempio creando le strutture per la formazione al sacerdozio dei diaconi sposati, per poi trovare i candidati che corrispondano alle richieste del Sinodo. Tutto questo può richiedere anni, e quindi si pone al di là del tempo che il papa pensa di avere davanti a sé. Ma se altri Sinodi locali arriveranno a conclusioni analoghe o anche più aperte, come potrebbe accadere per il Sinodo della Germania, le loro decisioni presentate dalle Conferenze episcopali al papa potranno essere accolte come lo sono state quelle del Sinodo amazzonico.

In questa prospettiva, anche atti che sono stati giudicati irrilevanti e che non hanno trovato eco nell’opinione pubblica hanno avuto invece reale incidenza. Pensiamo al cambiamento relativo al ricordo di Maria di Magdala, dichiarata apostola degli apostoli e la cui memoria liturgica il 22 luglio è stata elevata a “Festa” nel calendario liturgico alla pari della festa degli altri apostoli. Ma allora, nella successione apostolica è entrata anche una donna? Gesti come questo o come molti altri che sono stati compiuti preparano, senza proclami troppo generali, una Chiesa rinnovata nella fedeltà all’evangelo, che sarà ben diversa da quella che abbiamo conosciuto (e nonostante tutto amato con tutte le nostre forze) nel momento presente.

Nel frattempo, godiamo della lettura di Querida Amazonia, che ci rivela sopratutto un amore straordinario per il popolo che abita nella regione amazzonica, amore che si esprime in un linguaggio poetico, rivelando i quattro “sogni” del papa al riguardo (sociale, culturale, ecologico, ecclesiale), sogni che speriamo possano realizzarsi presto per il bene di tutti.

Giovanni Cereti è un prete e teologo cattolico

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