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Sbilanciamoci!: la forza della finanza sostenibile oltre gli inganni del marketing?

Sbilanciamoci!: la forza della finanza sostenibile oltre gli inganni del marketing?

Finanza etica e finanza sostenibile: da anni la Campagna “Sbilanciamoci!”, in particolare in occasione delle “Controfinanziarie”, ne sottolinea l’importanza in un’ottica di tutela dei diritti, del lavoro, dell’economia reale e dell'ambiente. Oggi, con il settore bancario in piena crisi, la finanza “sostenibile” diventa quasi moda, strumento di marketing anche per grandi istituti, come Unicredit e San Paolo, che «cercano di attirare l’attenzione dei possibili clienti sulla bontà del loro business» e che, magari, allo stesso tempo, «finanziano industrie delle armi, imprese che inquinano e si dedicano ad affari puramente speculativi, che di responsabile non hanno niente». Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! ed ex parlamentare, ne parla in un editoriale pubblicato ieri sul sito della Campagna.

Il settore bancario registra una perdita di 90mila posti di lavoro in 10 anni e di circa metà degli sportelli, ridotti a poco più di 20mila. Solo Unicredit, sottolinea Marcon, ha annunciato un taglio di altri 8mila posti di lavoro e di 450 filiali.

Andando oltre le evidenti operazioni di maquillage poco “etiche”, spiega il portavoce della Campagna, «la “sostenibilità” può essere una carta da giocare per rianimare il settore bancario, soprattutto per orientarlo verso l’economia reale e in particolare verso un’economia decarbonizzata, condizione per un nuovo modello di sviluppo». A partire da una crescita degli investimenti ESG (Environmental, Social Governance), «ancora molto modesti e in alcuni casi solo sulla carta». Per esempio, suggerisce Marcon, i fondi pensione potrebbero «essere un grande strumento per un nuovo modello di sviluppo» ma ad oggi, come spiega Alessandro Messina sempre sul sito di bilanciamoci, «su 100 euro gestiti, solo 24 restano nel nostro territorio e solo 3 vanno a finanziarie imprese e attività produttive». Di questi 3 euro, poi, solo il 10% finisce in investimenti ESG.

«Abbiamo bisogno di una reale e radicale riconversione ecologica e sociale del sistema bancario», avverte Marcon: «Non facciamoci ingannare dal marketing arrembante di questi tempi che nasconde il business as usual».

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