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L’universo: tempio e campo d'azione dello Spirito Santo

L’universo: tempio e campo d'azione dello Spirito Santo

Tratto da: Adista Documenti n° 9 del 07/03/2020

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1. La nuova cosmologia: prospettiva fondamentale

(...) Una delle più grandi rivoluzioni della nostra comprensione della realtà ebbe luogo meno di un secolo fa, quando per la comunità scientifica divenne chiaro che lo stato naturale dell’universo non è la stabilità ma la mutazione. (...). Siamo in un universo che si espande, che espandendosi si complessifica, che complessificandosi si interiorizza e che, interiorizzandosi sempre più, acquisisce soggettività e coscienza. (...).

Noi esseri umani non siamo al di fuori di questo processo, vi abbiamo il nostro posto. La vita, la coscienza, l’intelligenza, la creatività e l’amore emergono da questa storia cosmica. Attraverso di noi l’universo vede sé stesso, pensa sé stesso e si stupisce della propria maestosa bellezza. In questo universo nessuna cosa esiste isolata dalle altre, disconnessa, o è semplicemente accidentale. Tutto è collegato a tutto. Si forma così un'intricata rete di relazioni che rendono tutti noi interdipendenti.

La visione che abbiamo sviluppato negli ultimi cinquecento anni, debitrice della scienza meccanicistica e atomizzata, ci ha reso ciechi a queste interconnessioni e ci fa vedere le cose separate, scollegate dal Tutto, producendo un’erosione della nostra appartenenza reale alla comunità cosmica, appartenenza che era evidente a tutti i popoli e culture del passato (...).

 

2. I principali atti del teatro cosmico

(...) Prima del «prima», ovverosia prima che esistessero lo spazio, il tempo e qualsiasi essere esistente, che cosa c’era? Non c’era il nulla, perché dal nulla non viene alcunché. C’era l’Inconoscibile, l’Innominabile, il Mistero. I cosmologi utilizzano un’espressione che dice il contrario di quello che le parole, prese letteralmente, esprimono: c’era il Vuoto Quantistico. Tale Vuoto è tutto meno che vuoto. Rappresenta la pienezza delle possibilità e virtualità che possono irrompere e «decadere», ossia concretizzarsi in esseri sussistenti. Altri, con più ragione, preferiscono parlare di Fonte Originaria di tutto l’Essere (...). Altri ancora, specificando ulteriormente, affermano trattarsi dell’Energia di Fondo, preesistente a tutte le forme di energia e a tutti gli esseri. Essa li sostiene, penetra, fa espandere ed evolvere. Potremmo rappresentarla come un oceano, senza confini e senza rive, di energia in ebollizione, pronta a manifestarsi.

(...). Veniamo tutti da una medesima fonte. Una unità fondamentale ci lega e collega tutti. Sono due le forze che permettono la creatività dell’universo, mantenendo fra loro un equilibrio dinamico: la forza di contrazione e la forza di espansione. La prima è la gravità, che frena la velocità di espansione. L’espansione è la forza originata dalla grande esplosione, che fa dilatare tutto in tutte le direzioni. Se la forza di gravità fosse, per esempio, un po’ maggiore, l’universo si sarebbe contratto, schiacciandosi e diventando un buco nero. Se fosse leggermente più debole, non sarebbero nate le grandi stelle rosse, e la vita sarebbe stata impossibile.

Le due forze si autolimitano, creando in tal modo le condizioni di un’espansione ordinata, la quale genera strutture via via più complesse ed elevate. Esse suggeriscono che la natura del cosmo non è frutto del caso. Anzi, sono queste due forze, fin dal primo momento, a sostenere l’evoluzione e l’incessante creatività del cosmo.

3. La creazione continua: cosmogenesi

La creazione (...) sta accadendo incessantemente, nella misura in cui tra le forze di attrazione e di espansione si concretizzano nuovi tipi di relazione. Per questo non dovremmo, a rigore, parlare di cosmologia, ma di cosmogenesi: la permanente genesi dell’universo.

(...). Il cosmo (...) fin dalle sue condizioni iniziali era predisposto e orientato a produrre, in tempo debito e a un determinato livello di complessità, la vita e la coscienza. In qualche modo, l’universo «sapeva» che dopo, miliardi di anni più tardi, sarebbero dovute apparire la vita e la coscienza. L’universo sta espandendosi sempre, creando sempre, auto-organizzandosi sempre, dando sempre origine a ordini vieppiù complessi ed elevati, e connettendo tutto con il tutto.

4. Il principio cosmogenico

Tutto il processo di evoluzione costantemente in atto presenta tre caratteristiche che ne esprimono la dinamica interna (...).

La prima è la complessificazione, detta anche differenziazione, in forma sempre crescente. (...). La complessità andò aumentando fino all’apparizione di atomi, materia densa, cellule, corpi, organismi vivi ed esseri coscienti e intelligenti.

La seconda caratteristica è l’interiorizzazione, o soggettività. A mano a mano che gli esseri si complessificano, è come se si attorcigliassero su sé stessi, e creano l’interiorità. Quest’ultima sottende una certa soggettività, dovuta al fatto che ogni essere stabilisce uno stile proprio di relazione con gli altri, un modo in cui si auto-organizza e si rende presente sulla scena storica dell’evoluzione.

Questo fenomeno ci consente di affermare che tutti gli esseri hanno una storia e partecipano, ciascuno a modo proprio, a un livello di coscienza cosmica, minerale, vegetale, animale, e infine, come coscienza riflessa, umana.

Per ultimo, la interrelazionalità, o connettività di tutti con tutti, detta Matrice Relazionale (Relational Matrix) o anche comunione tra tutti. (...).

Tutto, insomma, è in movimento, rapportandosi con tutto il resto ed elevandosi verso piani più complessi ed elevati. Tutto è in certo qual modo vivo, e ricco di messaggi. Gli esseri ascoltano i messaggi gli uni degli altri. (...) L’essere umano è quello che può ascoltare il messaggio di tutti gli esseri, del cielo stellato e del proprio cuore.

La forza motrice dell’evoluzione, pertanto, non ubbidisce a mutazioni accidentali, bensì alle forze primordiali che creano le complessità, ordini strutturati e connessioni illimitate. L’universo si regge grazie alla forza del principio cosmogenico, della cooperazione fra tutti, e non al dominio del più forte. (...).

La coscienza e lo spirito costituiscono il momento culminante del processo cosmogenico. Dal momento che facciamo parte dell’universo, è attraverso di noi, esseri intelligenti e coscienti, che l’universo si pensa e prende coscienza di sé. Quando guardiamo il cielo stellato e contempliamo la verdeggiante vastità dell’Amazzonia, solcata da fiumi immensi, è la Terra stessa, è l’universo, che guarda sé stesso per tramite nostro e ammira la propria indescrivibile bellezza. Se lo spirito e la coscienza sono in noi, è segno che prima noi eravamo nell’universo. L’universo è autocosciente e sta crescendo e allargando gli orizzonti della nostra mente e del nostro cuore.

5. L’intenzione del processo cosmogenico

Abbiamo osservato che il processo dell’evoluzione è portatore di un senso profondo e coerente, quasi esistesse una sorta di «attrattore» che richiami tutti gli esseri in una certa direzione. In effetti, dalle energie originarie siamo passati alle particelle subatomiche, da queste agli atomi, dagli atomi agli esseri coesi, da questi agli organismi, dagli organismi alla coscienza diffusa nei vertebrati più complessi, e da qui alla coscienza riflessa negli esseri umani. Non si può non vedervi una freccia di direzione ascendente. (...).

È proprio dell’essere umano capire che le cose non sono buttate lì a caso, giustapposte e disordinate. C’è un filo conduttore che le lega tutte e le collega, dando forma a un cosmo, non al caos. Egli intuisce che c’è in azione un’Energia potente e amorevole che tutto sostiene, preserva e fa coevolvere. E osa dare un nome a questa Realtà misteriosa e affascinante. Le dà i nomi che sgorgano dalla sua venerazione e dal suo rispetto. (...). La coglie dentro di sé in forma di entusiasmo (etimologicamente, dal greco: avere un «Dio dentro»). Essa gli ispira sentimenti di riverenza, di devozione e adorazione.  

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