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Cattolici in politica: Campanini lancia l'idea di una «costituente»

Cattolici in politica: Campanini lancia l'idea di una «costituente»

Sul finire del 2019 l’idea di una rinnovata presenza dei cattolici in politica ha visto scaturire una serie di proposte e agglomerati, segno di un dibattito dinamico e mai sopito. Ben lontani dagli atteggiamenti nostalgici – dell’unità nella Dc, del ventennio ruiniano, ecc. – che hanno contraddistinto anche anni più recenti, i cattolici prendono oggi le mosse da un’emergenza di carattere sociale e antropologico, in una società che ha progressivamente smarrito il senso della solidarietà, della fratellanza umana e, a tratti, anche del diritto scritto e firmato nero su bianco nella Costituzione e nelle convenzioni internazionali. La nuova discesa in campo dei cattolici si è resa necessaria, spiegava p. Bartolomeo Sorge su La Civiltà Cattolica (v. Adista Notizie n. 44/19), per la «crisi spirituale e culturale senza precedenti in cui si dibatte l’Italia».

Di fronte a questo senso di profondo smarrimento, Enzo Bianchi (fondatore ed ex-priore della comunità monastica di Bose) ravvisava nei cattolici «aporia», ovvero incapacità di dire e di fare, e «afonia», legata ad un modello di fede individualistica e disimpegnata. Il teologo Severino Dianich attribuiva «l’attuale insignificanza dei cattolici in politica» allo «scollamento della vita di fede del credente dalla percezione delle sue responsabilità politiche».

Passando alla proposta, Politica Insieme ha raccolto in autunno il reiterato invito dell’ex vescovo di Prato, Gastone Simoni, a far nascere «un soggetto politico» «impegnato a tradurre laicamente e democraticamente l’intera gamma dei valori personalistici e comunitari propri della visione antropologica-storica che Paolo VI sintetizzava, nella Populorum progressio (nn. 42-43), come “lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”». Sempre Politica Insieme ha poi rilanciato l’iniziativa del “Manifesto per un nuovo soggetto politico d’ispirazione cristiana”, nata da Stefano Zamagni (presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali) insieme ai cristiano popolari di “Costruire Insieme” e alla “Rete Bianca”.

Lo storico e sociologo Giorgio Campanini, che a gennaio su Famiglia Cristiana aveva auspicato la promozione di un “sinodo per la Chiesa italiana” come segno di «Chiesa più viva, partecipata, meglio capace di misurarsi con i problemi posti dalla storia», torna a parlare di cattolici in politica sul numero di marzo di Vita Pastorale, mensile dei paolini. L’ultimo trimestre del 2019 è stato particolarmente “affollato” di proposte e riflessioni, afferma Campanini, motivate dall’imbarbarimento del dibattito pubblico, dalle sollecitazioni di papa Francesco e di numerosi vescovi italiani e dalla paura del cattolicesimo sociale di una diaspora senza ritorno. Accanto alle iniziative di C3dem, punto di riferimento da molti anni del cattolicesimo democratico, sul finire del 2019 si sono registrate, segnala Campanini, due importanti novità: da un lato l’esperienza di Zamagni e Leonardo Becchetti, che aspira a diventare un vero e proprio soggetto politico, dall’altro la “Federazione dei democratici cristiani”, nata poche settimane dopo da cattolici centristi come Lorenzo Cesa e Paola Binetti.

Campanini ritiene normale e legittimo che oggi esistano «scelte pluralistiche» che danno vita ad aggregazioni di orientamento diverso, anche dentro il mondo cattolico, ma ritiene altresì necessario che i cattolici, di centrodestra o di centrosinistra, si incontrino, «accomunati dalla stessa fede e dal medesimo patrimonio di valori proposto da una Dottrina sociale della Chiesa sempre più ricca e articolata, sollecitata a nuovi orizzonti dall’incisivo e lucido magistero di Francesco». Pena, condannare la proposta cattolica nel Paese alla frammentarietà e all’insignificanza.

Senza mezzi termini, Campanini lancia l’ambiziosa proposta di «una sorta di costituente cattolica che faccia incontrare insieme» «i cattolici che agiscono nel sociale e seriamente si pongono il problema del passaggio al diretto impegno politico, anche partecipando alle elezioni amministrative, politiche ed europee. Si tratterebbe, in questo caso, di un partito elettoralmente piccolo ma che, caratterizzandosi per una forte carica ideale, sia in grado di immettere una linfa nuova nelle ormai logore vene della politica». Questo nuovo soggetto, che Campanini immagina capace di attrarre l’elettorato cattolico stanco e disilluso, prevede la rinuncia «ai “personalismi”, di persone e di gruppi» e impone di «cercare e trovare le vie per un impegno comune»

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