
Donne di fede e impegno sulla "Fratellanza Umana". Incontro ecumenico
«Noi donne di fede concordiamo, a partire dalle nostre diverse prospettive religiose, a educarci ed educare per un’umanitaà più fraterna. Lanciamo quindi un appello a donne e uomini credenti ma anche a tutti coloro che desiderano una convivenza comune segnata dalla giustiziai e dalla pace, affinché si uniscano a questo accordo, espressione dell’amicizia sociale e del rispetto reciproco».
Questo invito conclude la “Dichiarazione finale” dell’incontro su “Donne Costruttrici di Fratellanza Umana”, organizzato il 3 marzo scorso – in vista della celebrazione della Festa della Donna dell'8 marzo – dall’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC) in collaborazione con il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e che ha riflettuto sul documento “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune” (v. su Adista Notizie n. 6/19) firmato da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ad Abu-Dhabi.
Hanno animato l’incontro Shahrazad Houshmand, teologa iraniana; Elena Seishin Viviani, vicepresidente dell’Unione Italiana Buddisti; Swamini Hamsananda Ghiri, vicepresidente dell’Unione Induista Italiana; Sabrina Coen, consigliera dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI); Isabel Apawo Phiri, vice segretaria generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e María Lía Zervino, presidente Generale dell’ Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche.
«Dobbiamo riflettere su questo documento sia come donne che come leader interreligiose», ha detto Isabel Apawo Phiri. «Questo testo ci richiama ad un impegno fruttuoso, ad un invito a un dialogo e un arricchimento reciproco e riconosce che uomini e donne sono parti integranti della famiglia umana. Chiede inoltre di porre fine alle prassi che denigrano la dignità delle donne. Quando parliamo di fratellanza comune dobbiamo riconoscere che le donne non sono oggetti ma soggetti di costruzione di pace». Ed «è importante celebrare quello che le donne fanno per la pace nei territori ma anche riflettere sull’assenza delle donne ai tavoli dei negoziati per la pace e cosa ha prodotto questa assenza».
Shahrazad Houshmand ha sottolineato che «le donne hanno biologicamente una stanza in più nel loro corpo, l’utero, necessario per accogliere la vita» E allora «festeggiamo» le donne che «accolgono l’umanità intera. Il genio femminile deve essere presente sulla scena mondiale per portare pace e abbracciare l’intera umanità».
Le ha fatto eco María Lía Zervino: «Sappiamo – ha detto – di essere particolarmente capaci di custodire la nostra casa comune e superare la cultura della violenza. Come donne di fede vogliamo avviare un cammino, sulla base di questo documento, che sia un punto di partenza per un lavoro di collaborazione e azione. La firma di questa dichiarazione è per noi un gesto semplice e significativo, un segno del nostro lavoro e del nostro impegno a diffondere nelle nostre culture questa testimonianza comune».
L’agenzia evangelica Nev dà notizia dell’incontro nel ricco numero 5 marzo) dedicato alla Giornata Nondiale della Donna con interviste a donne che trattano ognuna una parola importante per l’universo femminile: affettività, combattenti, rispetto, soggetto, liberazione, umanità, ossitocina.
*Foto di Bicanski, tratta da Pixnio, immagine originale e licenza
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