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Contagio e chiusura attività: le armi non sono necessarie come cibo e farmaci

Contagio e chiusura attività: le armi non sono necessarie come cibo e farmaci

Tra le «attività strategiche e dei servizi essenziali», che rimangono dunque operative dopo la stretta voluta da Giuseppe Conte con il Dpcm entrato oggi in vigore, oltre ai negozi di alimentari e alle farmacie c’è curiosamente anche il settore industriale «aerospazio e della difesa». Proprio nel momento in cui tutta l’economia italiana (e non solo) si ferma per arginare la proliferazione del virus, Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo chiedono che anche gli impianti delle produzioni militari – in particolar modo lo stabilimento di Cameri dove si assemblano gli F35 – facciano la loro parte.

D’altra parte, sottolineano gli organismi per la pace in una nota diffusa oggi, «è incomprensibile come sia considerato “strategico” e necessario continuare a far montare un'ala ad un cacciabombardiere o un cingolo ad un carro armato, con il rischio di far contagiare i lavoratori addetti a queste attività. Riteniamo inaccettabile chiedere ai lavoratori un sacrificio così alto per una produzione che, oggi, non ha nulla di strategico ed impellente e costituisce solamente un favore all'industria bellica e al business del commercio di armamenti». Che senso ha tenere aperto lo stabilimento di Cameri per gli F35 «che fanno parte di un programma a lungo termine e che potrebbe senza problemi prendersi una pausa di qualche settimana»?, si chiedono i pacifisti, che chiedono al governo «di rivedere subito l'elenco dei settori produttivi esclusi dal blocco, fermando il lavoro in tutte le fabbriche che producono sistemi d'arma, con la sola eccezione di quegli stabilimenti in grado di riconvertire la produzione di macchinari e forniture per rispondere ai bisogni del servizio del sistema sanitario».

«L'industria bellica non è un settore essenziale e strategico», concludono i firmatari della nota, e «questa può essere l'occasione per un ripensamento e una riconversione necessaria (in primo luogo verso produzioni sanitarie)».

Per ulteriori informazioni:

info@sbilanciamoci.org - 06/8841880

segreteria@disarmo.org - 328/3399267

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