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Epidemia e migranti: le proposte del Tavolo Asilo

Epidemia e migranti: le proposte del Tavolo Asilo

Il mondo dell’accoglienza dei cittadini stranieri emigrati in Italia è investito in maniera particolarmente allarmante dall’emergenza coronavirus. Né la rete del Siproimi (Il Sistema di Protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati, evoluzione dello Sprar dopo i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini), né tanto meno il circuito dei Cas (Centri di accoglienza Straordinaria) hanno ricevuto formazione e sostegno competente in materia, e nemmeno dispositivi di protezione individuale (Dpi), come mascherine, guanti e disinfettanti. E nei grandi centri come gli hotspot è praticamente impossibile garantire il distanziamento sociale o le altre norme caldeggiate dalle istituzioni in questi giorni.

L’allarme è stato lanciato ieri dal Tavolo Asilo, rete alla quale aderiscono associazioni e organismi della società civile e delle Chiese cristiane, tra le quali Acli, Arci, Amnesty International Italia, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cnca, Comunità di S. Egidio, Emergency, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Fondazione Migrantes della Cei. A peggiorare il quadro, denuncia ancora il Tavolo Asilo, si sommano gli effetti del Decreto Salvini, che ha costretto numerosi stranieri, prima titolari di protezione umanitaria, a precipitare nell’irregolarità. Invisibili alle istituzioni, non rimpatriati, «molti dei quali senza fissa dimora o costretti a vivere in insediamenti informali, in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili. La stessa condizione è condivisa dalle migliaia di lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo».

Per queste ragioni il Tavolo Asilo ha deciso di inviare a governo e Parlamento un documento in 6 punti (qui il testo integrale) che presenta «una serie di proposte per migliorare le condizioni di vita delle persone straniere presenti in Italia, garantendo anche a loro e al personale dei progetti la possibilità di attenersi alle regole socio-sanitarie volte a impedire il diffondersi del contagio».

Ai Comuni e Ministero dell’Interno le associazioni chiedono di prorogare a tutto il 2020 i progetti attualmente in corso, rispettivamente su Siproimi e Cas, e poi, anche, «disporre il non allontanamento delle persone accolte per il periodo dell’emergenza, prevedere specifici protocolli per i casi positivi, garantire un’adeguata fornitura di Dpi».

Per quanto riguarda i grandi centri di “accoglienza-detenzione” come Hotspot e Centri per il Rimpatrio (Cpr), «dove è impossibile applicare le regole previste dal ministero della Salute, il Tavolo Asilo chiede che si sospenda ogni nuovo ingresso e si individuino subito alternative alla detenzione amministrativa. Viene chiesta inoltre la sospensione delle espulsioni e delle pene previste in caso di non ottemperanza all’ordine di allontanamento dal territorio».

C’è poi il grande nodo degli “invisibili”, esclusi dal circuito dell’accoglienza e senza fissa dimora, che comunque devono essere messi in sicurezza per evitare la diffusione del contagio: per loro, nonostante la condizione irregolare di soggiorno, il Tavolo Asilo chiede l’ospitalità presso strutture adeguate e l’accesso libero al Servizio Sanitario Nazionale. Infine, il documento delle associazioni «chiede l’estensione del reddito di cittadinanza ai titolari di un permesso di soggiorno annuale» e la non sospensione delle attività di soccorso in mare.


* Foto di Sara Prestianni / Noborder Network, tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza. Immagine rifilata.

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