
Il cardinale di Barcellona scrive ai politici: il virus della divisione non guasti l'armonia fra noi
«Abbiamo bisogno l'uno dell'altro», aveva affermato il cardinale nominato da papa Francesco arcivescovo di Barcellona, Juan José Omella, nei primi giorni di marzo dopo che era stato eletto presidente della Conferenza episcopale spagnola https://www.adista.it/articolo/63071, riferendosi alle istituzioni civili. «Siamo sempre disposti a collaborare», «con tutte le istituzioni e con lo Stato, siamo al servizio del bene comune», aveva aggiunto.
È tornato a battere su questo tasto ieri 26 aprile, con un articolo pubblicato sul quotidiano di Barcellona La Vanguardia con cui si rivolge ai «politici e rappresentanti delle diverse istituzioni della società» per proseguire sulla strada di un «dialogo costruttivo». Un dialogo cordiale che il cardinale ha mantenuto nelle ultime settimane, secondo fonti socialiste, con il ministro della Sanità, Salvador Illa (un cattolico praticante) e, in misura minore, con il presidente Sánchez, dimostrando tutta la disponibilità della Chiesa a essere un fattore di coesione, non di divisione.
«Gli esperti affermano – scrive il cardinale di Barcellona – che per un dialogo fecondo è necessario disporre di alcuni interlocutori, un luogo pacifico, un tema definito e la volontà di dialogare e raggiungere accordi.In questo momento di pandemia, il posto è un qualche spazio della nostra casa comune. Il tema non è altro che la promozione del bene comune di tutti i cittadini di fronte alla crisi che si avvicina. Gli interlocutori devono essere in grado di ascoltare e parlare in modo rispettoso e costruttivo. Devono essere uomini e donne con molta pazienza e un occhio verso il più fragile della nostra società. E, infine, la volontà di raggiungere accordi e applicarli».
Questa volontà, osserva, «è la cosa più importante oggi. Chiedo a tutti i cittadini di contribuire a rendere possibile un dialogo costruttivo ed efficace. Preghiamo che i muri vengano superati, che gli ego, gli interessi privati, le ideologie vengano lasciati da parte. Preghiamo che quando gli interlocutori si trovano insieme nella stessa stanza, si guarderanno negli occhi e percepiranno il nostro grido e il nostro incoraggiamento: "Vai avanti, puoi ...". Speriamo che, a seguito di questi incontri, emerga anche la complicità, che il gesto dell'affetto faciliti l'approccio delle posizioni. Preghiamo che il virus della divisione, i diavoli, che saranno sempre in agguato, non riesca a spezzare il buon lavoro di tutti gli interlocutori».
«Cari politici e rappresentanti delle diverse istituzioni della società», chiude Omella l’articolo-lettera, «abbiamo bisogno di voi più che mai. Fate tutto ciò che è in vostro potere per raggiungere accordi che promuovano il bene comune di tutti. Contate sulla nostra intensa preghiera per tutti voi. Invocheremo lo Spirito Santo».
*Foto di kai-and da Pixabay, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!