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Accordo Italia-Libia più florido che mai, nonostante guerra e abusi. L'appello di Oxfam

Accordo Italia-Libia più florido che mai, nonostante guerra e abusi. L'appello di Oxfam

Nonostante le reiterate e documentate violazioni dei diritti umani nei “lager” libici, nonostante le implicazioni della Guardia costiera libica nel traffico di esseri umani e nonostante i morti nel Mediterraneo Centrale (230 dall’inizio dell’anno, 5.500 dall’accordo con la Libia), l’Italia prosegue convintamente nel suo disegno di esternalizzazione delle frontiere e, anzi, «ha in programma di continuare ad aumentare gli stanziamenti alla Guardia Costiera libica: 3 milioni in più nel 2020, per un totale di 58,28 milioni di euro diretti alle autorità libiche, che portano il costo sostenuto dai contribuenti italiani a sostegno dell’accordo Italia-Libia, siglato nel 2017, a 213 milioni di euro». L’allarme è stato lanciato oggi da Oxfam Italia, «alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato e in occasione dell’inizio del dibattito sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero in Commissione Esteri alla Camera, che approderà presto in aula per il voto».

Sull'accordo con la Libia il governo attuale, che aveva promesso discontinuità rispetto ai precedenti, si limita ad «un “copia e incolla”» «del dossier presentato al Parlamento negli anni precedenti», aumentando peraltro i finanziamenti diretti alla Guardia costiera, accusa Paolo Pezzati (policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia).

Il 2 febbraio scorso il Memorandum d’Intesa Italia-Libia – accordo siglato da Gentiloni Serraj lo stesso giorno del 2017 per arginare l’immigrazione “illegale” – è stato automaticamente rinnovato per altri tre anni. Il patto poteva essere rotto o rinegoziato tre mesi prima del rinnovo automatico, ma il governo, in autunno, aveva lasciato correre, scatenando la reazione della società civile e delle organizzazioni umanitarie. Il pressing delle associazioni aveva poi spinto – ormai fuori tempo massimo – i ministri Lamorgese Di Maio ad inviare alcune richieste di modifica alle autorità tripoline. Di quelle richieste «non si ha notizia», ha denunciato ancora Pezzati, «in sostanza si va avanti nella stessa direzione, in un Paese dove “l’industria del contrabbando e tratta” è stata in parte convertita in “industria della detenzione” con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro».

Sulla drammatica condizione dei migranti nell’inferno libico si abbatte anche un’ulteriore minaccia, avverte Oxfam: quella della pandemia da Covid-19, che rischia di dilagare negli affollati centri ufficiali di detenzione (dove sono stipate circa 2mila persone), in quelli non ufficiali controllati da bande armate e da trafficanti (dove restano ammassati un numero di migranti fuori controllo), e tra gli sfollati interni (circa 400mila libici) che fuggono dalla guerra civile. «Con oltre 480 contagi da coronavirus registrati ufficialmente nel Paese, e molti altri che potrebbero non essere stati rilevati, in questo momento a preoccupare sempre di più è proprio la situazione sanitaria nei centri di detenzione dove si vive ammassati, in condizione di vera disumanità», dice ancora Pezzati. «Un allarme rilanciato pochi giorni fa anche da Papa Francesco, a cui ci uniamo nel fare appello alla comunità internazionale, perché venga trovata il prima possibile una soluzione concreta per porre fine a violenze e abusi».

Oxfam chiede al governo italiano «di congelare immediatamente gli stanziamenti per il 2020 diretti alle autorità e alla Guardia costiera libica, che solo quest’anno ha intercettato e riportato in un Paese in guerra oltre 4.200 migranti, quasi 1.400 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Inoltre, rilanciando ancora una volta la proposta di aprire corridoi umanitari con la Libia, Pezzati invita a «definire un Piano di evacuazione, coordinato a livello europeo, di tutti i migranti e rifugiati detenuti arbitrariamente, proponendo inoltre un piano di riforme che metta fine alla loro detenzione obbligatoria e automatica. Finché l’Italia e l’Europa continueranno a girarsi dall’altra parte, avremo sulla nostra coscienza orrori indicibili che abbiamo contribuito a generare».

 

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