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Primo sacerdote dell'Opus Dei condannato per abuso sessuale su minori

Primo sacerdote dell'Opus Dei condannato per abuso sessuale su minori

La vittima, MGF (non si conosce il nome per esteso), all'epoca 15enne, chiama il suo carnefice «il Karadima dell’Opus Dei». l carnefice è Manuel Cociña, primo sacerdote dell’Opera a essere condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per abusi sessuali su minori. Una condanna in realtà mite: non può esercitare il ministero in pubblico per cinque anni; per altri cinque anni la sua attività pastorale può avvenire solo nel centro dove risiede, a Granada, e mai più («indefinitamente») nei confronti di minori di 30 anni. Mite nel senso che non prevede il massimo della pena, perché il suo delitto è un “crimen sollicitationis”, ovvero un abuso nel contesto della confessione, in merito al quale il Diritto canonico, al n. 1387, così detta: «Il sacerdote che, nell'atto o in occasione o con il pretesto della confessione sacramentale, sollecita il penitente al peccato contro il sesto precetto del Decalogo, a seconda della gravità del delitto, sia punito con la sospensione, con divieti, privazioni e, nei casi più gravi, sia dimesso dallo stato clericale».

Cociña, oggi 72enne, più volte terminava la confessione con massaggi ai genitali. Trattamento che ha riservato non solo a MSG, ma a vari giovani di diverse città spagnole per un periodo di tempo che copre gli ultimi 30 anni. Da qui la sentenza di condanna per «delitto continuato di Sollicitatio» e «varie imprudenze», che è in esecuzione dal passato 30 giugno.

Il sacerdote, rileva Relgión Digital (3/7), che ha avuto accesso alla sentenza di condanna, non è «uno qualsiasi», ma «uno dei chierici più rilevanti dell'Opera», «che visse con lo stesso Escrivá de Balaguer e che divenne parte di varie liste brevi per diventare il primo vescovo numerario» della Spagna.

L’Opus Dei non ha finora voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda.

*Foto di dominio pubblico, immagine originale e licenza

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