
La vittoria dei Sioux: per ordine del giudice chiuso l'oleodotto Dakota-Illinois
Svuotare, chiudere, ripetere l'esame dei danni ambientali. Queste sono le tre operazioni ordinate dal giudice federale James E Boasberg della Corte del Distretto di Columbia (USA) all’impresa Keystine XL Pipeline riguardo all’oleodotto di sua proprietà, Dakota Acccess (DAPL), che passa nei territori della tribù Sioux di Standing Rock. «Oggi è una giornata storica per la tribù Sioux» ha dichiarato il capo della comunità, Mike Faith, ed è una vittoria anche «per tutte le persone che ci hanno sostenuto nella lotta contro il gasdotto». Autorizzato nel 2016, «questo oleodotto non avrebbe mai dovuto essere costruito qui. Gliel’abbiamo detto fin dall’inizio», ha ricordato Faith, perché il progetto – che passa subito a nord della riserva Sioux – è ad alto rischio di contaminazione dell'acqua potabile e danneggerebbe i luoghi di sepoltura sacri.
«Ci sono voluti quattro lunghi anni», ha aggiunto Jan Hasselman, avvocato dell’associazione Earthjustice che rappresenta la tribù, ma «oggi a Standing Rock è stata fatta giustizia». Più in generale, ha considerato: «Se gli eventi del 2020 ci hanno insegnato qualcosa, è che la salute e la giustizia devono essere prioritarie sin dall’inizio in ogni processo decisionale, se in seguito vogliamo evitare una crisi».
L’ordine di chiusura del DAPL giunge a corollario di una decisione assunta dallo stesso giudice: il 25 marzo scorso, aveva sentenziato che il Corpo dei Genieri dell’Esercito degli Stati Uniti, autorizzando la costruzione, aveva violato il National Environmental Policy Act (NEPA) perché aveva ignorato le devastanti conseguenze di una potenziale fuoriuscita di petrolio. Il giudice aveva ordinato al Corpo di riesaminare i rischi dell’oleodotto e di preparare una dichiarazione completa sull’impatto ambientale, ma aveva lasciato aperta la questione se le operazioni dell’oleodotto andassero interrotte mentre era ancora in corso un’azione legale. Dopo aver analizzato attentamente la gravità delle violazioni legali del governo e i potenziali impatti sulla tribù e su terzi, la decisione odierna ha concluso che la chiusura dell’oleodotto era necessaria.
*Manifestazione contro l'oleodotto, 2016. Foto di Pax Ahimsa Gethen, tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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