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La pandemia e il nodo dell'istruzione in Africa: l'allarme in un articolo di

La pandemia e il nodo dell'istruzione in Africa: l'allarme in un articolo di "Nigrizia"

Dopo Africa dei padri bianchi, anche Nigrizia – periodico di informazione missionaria dei comboniani – si interroga sugli effetti del Covid in Africa in un articolo del 24 agosto. In particolare preme ai missionari la situazione degli studenti nel continente più giovane del mondo (19.7 anni l’età media) dopo mesi di scuole chiuse a causa della pandemia da coronavirus.

Tra le notizie incoraggianti c’è la crescita della popolazione infantile che «potrebbe raggiungere il miliardo entro 2055», sottolinea il mensile: «Il calo delle morti premature, migliore alimentazione, un maggiore accesso alle strutture sanitarie e quindi a vaccinazioni e controlli medici, sono tra i principali motivi di questo aumento del numero di bambini».

Un continente di bambini e giovani che però oggi rischiano «una marginalizzazione le cui conseguenze potrebbero essere imprevedibili», a causa appunto delle scuole chiuse da sei mesi per evitare la diffusione del contagio. «Un tempo lunghissimo che se da un lato ha l’obiettivo di proteggerli, in realtà può causare, e in molti casi sta già avvenendo, molti danni».

Oms e Unicef chiedono la riapertura delle scuole: «Esposizione a gravidanze precoci, abusi in famiglia, violenze, una scarsa alimentazione, ma anche stress e senso di solitudine, sono i risultati (possibili o già manifesti) di questa interruzione prolungata delle lezioni». E poi la dispersione scolastica, le difficoltà nello sviluppo mentale dei bambini per la ridotta socialità in regime di lockdown, la denutrizione o malnutrizione a seguito della perdita del pasto scolastico.

In Africa, sottolinea l’articolo, «rappresenta una speranza vera di allontanarsi dalla povertà, di avere un pasto al giorno assicurato, di provare a costruirsi un futuro» e costruire un futuro per l’intero continente, vittima di «una classe dirigente nota per la capacità che ha di perpetuarsi, e in molti casi gerontocratica, a dispetto della giovane età dei propri cittadini». Per queste ragioni è necessario affrontare il problema del diritto allo studio per i più giovani, per evitare che la bomba sanitaria diventi bomba sociale e precluda il futuro del continente intero.

«A dimostrazione che i giovani hanno ben chiaro il valore dell’educazione, cominciano a manifestarsi malumori e richieste di tornare sui banchi di scuola da parte degli stessi studenti. In Nigeria, ad Abuja, gli studenti hanno manifestato affermando che «il settore educativo scolastico è al primo posto di qualsiasi nazione progressista».

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