
Quel sogno infranto di partecipazione: gli "italiani senza cittadinanza" alla vigilia del voto
È davvero interessante lo spaccato che, alla vigilia delle votazioni regionali e per il referendum costituzionale, ha presentato il sondaggio “I nuovi italiani. Indagine sulle nuove generazioni”, realizzato da Quorum/Youtrend per ActionAid.
In particolare l’istituto di ricerca ha contattato 600 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 35 anni, nati o cresciuti o residenti in Italia, ma senza cittadinanza perché figli di immigrati. Le interviste, realizzate tra il 4 e il 14 settembre, sottolineano che 7 giovani “italiani senza cittadinanza” su 10 avrebbero voluto votare alle elezioni di domenica e lunedì scorsi. Inoltre: il 40% degli intervistati «ha interesse a partecipare alla vita politica» e circa la metà di loro ha avuto «un’esperienza partecipativa nella vita sociale del nostro Paese» (elezioni scolastiche, sindacato, associazionismo, volontariato, ecc.).
Il sondaggio, insomma, ci dice che – a fronte di un crollo verticale della partecipazione politica registrato da tempo nelle nuove generazioni di italiani – il desiderio di partecipazione è invece forte proprio in chi si vede negati i diritti civili e sociali da una obsoleta e ingiusta legge sulla cittadinanza. «Altrettanto forte è il sentimento di appartenenza al Paese in cui vivono e alla propria comunità, oltre il 70% dice di sentirsi a tutti gli effetti italiano», afferma ancora il sondaggio, ricordando che ben 8 giovani non italiani su 10 sognano di ottenere la cittadinanza. Pari opportunità dei coetanei, nessuna restrizione nell’accesso al pubblico impiego, viaggiare senza vincoli e limitazioni, godere senza discriminazioni dei diritti sociali: queste le principali motivazioni espresse dagli intervistati.
Secondo Francesco Ferri (programma Migration di ActionAid Italia), «solo una nuova legge sulla cittadinanza equa, giusta e inclusiva può garantire a pieno titolo i diritti sociali e civili di oltre un milione e mezzo di ragazze e ragazzi che vogliono poter partecipare pienamente alla vita pubblica. Si tratta non solo di abbattere discriminazioni e diseguaglianze, ma di riconoscere il ruolo e il valore di una parte di giovani oggi esclusa ma che chiede sempre di più di essere ascoltata». «La diseguaglianza nei diritti legittima anche le discriminazioni e il razzismo verso chi è escluso dalla cittadinanza», aggiunge Ferri, commentando il dato sulla percezione dei giovani intervistati in merito al razzismo degli italiani: «Il 66,7% afferma che gli italiani in generale siano molto o abbastanza razzisti, mentre il dato sembra essere più basso tra i giovani under 30, solo il 48,3% dichiara di considerare razzisti i propri coetanei».
Dal sondaggio ActionAid passa all’appello e chiede alla classe politica «la modifica dell’attuale legge sulla cittadinanza, che rende discriminatorie le nostre istituzioni». E annuncia pa propria adesione alla manifestazione nazionale del 3 ottobre prossimo a Roma, «dove attivisti e associazioni saranno insieme per ribadire l’urgenza della riforma».
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